C’è chi sceglie di andare all’estero rincorrendo una carriera oppure chi rimane a cercarla in Italia. Poi c’è chi, all’improvviso, viene illuminato dalla possibilità di cambiare qualcosa nella propria città. Una decisione che si chiama “politica”. Che poi siano tre giovani donne le protagoniste di questa vicenda, rende la cosa ancora più interessante. Silvia Norcia (24, presidente), Diana Genovese (24, vice) e Cecilia Marasco (25, vice) sono le facce nuove al vertice di Alp (Assemblea Libertà è partecipazione). Un’associazione che negli ultimi quattro anni è stata capace di far parlare di sé con un’intensa attività politica e tante iniziative a favore dell’integrazione. Un’associazione che adesso, perso il leader Diego Blasi, che ha scelto la politica ufficiale con Sel, prova a riorganizzarsi con idee chiare e tanta passione.

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Da sinistra Diana Genovese, Silvia Norcia, Cecilia Marasco

Cominciamo. Cosa fate nella vita? Studiate?

Silvia: Si, Scienze Politiche a Bologna, “Studi Internazionali”.
Diana: Giurisprundenza, sogno di fare il magistrato.
Cecilia: Visual Merchandising, l’allestimento di fiere, mostre e negozi, tanto per capirsi.

Per anni Alp è stata guidata da un’unica persona. Adesso siete voi al comando. Cosa cambierà?

Silvia: La nostra è stata una presa di coscienza. Il triumvirato è arrivato al momento giusto. Alp adesso ha bisogno di ritrovare la propria forma collegiale e dotarsi di una maggiore struttura. Ci stiamo organizzando in modo che ognuno abbia un proprio ruolo. Dalla gestione della tesoreria, per esempio, al gruppo che si occupa di comunicazione.
Cecilia: D’altronde la parola “assemblea” fa parte del nostro dna e a quello miriamo: ritornare a discutere e a partecipare, aumentando i temi di discussione, le sfaccettature.
Diana: La forma a metà tra l’associazione e il movimento ci ha permesso finora di essere attivi su più fronti. Adesso cerchiamo una maggiore organizzazione per ampliare la discussione sui contenuti. E’ un cambio nella metodologia, non nella sostanza.

Passiamo alla politica. Alp ha fatto spesso discutere per la forte connotazione politica delle sue iniziative. Continuerà su questa strada oppure c’è l’intenzione di cambiare qualcosa?

Cecilia: Le persone apprezzano che in questi anni Alp non si sia fatta imbrigliare da niente e da nessuno ma abbia continuato ad occuparsi di quello che voleva.
Silvia: Alp è un’associazione che pensa e che fa. A dire il vero finora è stata più un movimento che un’associazione. Ma più ci si avvicina, più si capiscono le nostre motivazioni e i nostri obbiettivi. Sia quelli sociali che quelli politici.
Diana: Abbiamo lavorato sempre su due fronti: la politica e l’integrazione. Questo ci caratterizza e questo continuerà a farlo.

Quali sono i progetti della nuova dirigenza?

Cecilia: Intanto, la nostra attività politica non si ferma. Sul fronte lavoratori proseguiamo a impegnarci contro le aperture domenicali ai Gigli discutendone insieme a Regione e alla Cgil. E anche sul reddito minimo, dopo aver raccolto le firme e aver visto approdare in Parlamento la questione, proseguiremo con i nostri progetti.
Silvia: Sul fronte integrazione continueremo invece con i corsi di italiano. Adesso, fino a luglio, e poi ancora a settembre. Stesso discorso per “Indovina chi viene a cena”, un progetto fatto insieme alla Rete Italiana Cultura Popolare. La vera novità riguarda però “Wake Up Curiel” (svegliati Curiel ndp), un progetto con cui contiamo, insieme ad altre associazioni, di rivitalizzare il circolo “Curiel”. Siamo molto legati ai luoghi e puntiamo a rivitalizzarli: lo abbiamo fatto con il cinema Terminale, dove l’associazione ha sede, e lo vogliamo fare, grazie alla disponibilità della dirigenza del circolo, anche al “Curiel”, in pieno Macrolotto Zero.

Tre studentesse universitarie. Non tutti insomma se ne vanno da Prato e dall’Italia.

Diana: Se si parla di scelte di vita, anche questa in un certo senso lo è. La maggior parte dei nostri sforzi sono rivolti all’organizzazione di tutte le attività dell’associazione e di tempo ne resta poco alla fine della giornata.
Silvia: A me piacerebbe fare la carriera diplomatica e andarmene infatti, per questo ho intrapreso “Studi Internazionali”. Detto questo, la gestione di un’associazione come Alp richiede assorbe tante energie e  richiede una forte motivazione, visto anche che non sono previste entrate.
Cecilia: Secondo me non sono due cose separate, la carriera e Alp. L’attività nella seconda può far bene e servire anche alla prima.

Parole importanti: impegno, carriera, scelta di vita. Allora c’è altro: cosa volete far diventare davvero Alp?

Silvia: E’ un progetto a media scadenza. Sicuramente cercheremo di far condividere i contenuti e le attività di Alp ad un numero sempre maggiore di persone.
Diana: Siamo un contenitore che punta a far appassionare le persone alla politica, è questo il nostro ruolo. Riflettere sulle problematiche, provare a fare qualcosa tutti insieme. Più siamo, meglio è.
Cecilia: Io voglio fare una cosa precisa: far scoprire ad altre persone la stessa passione per la politica che ho scoperto io quando sono entrata in Alp.
Silvia: E’ vero, forse è anche una sfida. Riuscire a lasciare ad altri, soprattutto ai più giovani, quello che abbiamo imparato da questa esperienza.