Sembrava che le bacheche di facebook o di qualsiasi altro social si fossero finalmente liberate dell’ultimo tormentone che impazzava sul web: l’Harlem Shake (per i pochi che non sapessero cosa fosse questa danza tribale, consultare QUI). Invece no, le mode passano, ma a Prato restano. Perché la nostra città ha un sogno: diventare quella che ha organizzato l’Harlem Shake più grosso d’Italia, coinvolgendo chiunque a partecipare, la prossima domenica in piazza Duomo.
Arriviamo sempre un po’ troppo in ritardo: la notte bianca fiorentina, la notte bianca pratese, l’Harlem Shake sparisce e qui si tappezza l’intera città di manifesti per chiamare a raccolta danzatori folli (con tanto di patrocinio del Comune).
Stamattina in un bar ho riascoltato dopo decenni la canzone “Asereje”, ho riflettuto sull’andare e venire delle varie mode (forse dobbiamo rimpiangere il balletto delle Las Ketchup?), non critico quindi il voler ballare come degli indemoniati davanti al palazzo vescovile. Una domanda però: davvero vogliamo diventare, anche solo per un giorno, famosi nel mondo per essere stati la città che ha organizzato l’Harlem Shake più gigantesco d’Italia?

Guardando questa foto, mi è venuto da pensare (non me ne vogliano i vegetariani che stanno leggendo), che Luco-Grezzano abbia vinto a mani basse sul mio taccuino alla voce “cosa fare domenica”.

abc