La Firenze degli anni Settanta, con le sue piazze, i suoi locali, dalla Buccia al Banana Moon, dall’Apis Niger al Tabasco. E poi i nostri dischi,rigorosamente in vinile, i nostri libri, la Beat Generation, il cinema off, le culture psichedeliche, la cucina macrobiotica, le militanze politiche, le notti colorate, le prime riunioni gay, le prime discoteche omosex, il teatro sperimentale, la moda freak, le comunità hippy, il rock clubbing, le fughe estive, le vacanze ad Amsterdam. Grazie al mio babbo che mi ha fatto fare quello che ho voluto”. Queste le parole con cui Bruno Casini condisce il suo libro “Ribelli nello spazio” (Edizioni Zona), dedicato a Firenze, allo Space Elettronic e “alla mia generazione, la generazione del rock’n’roll“.
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“Negli anni Settanta – racconta Casini – a Firenze si andava allo Space Electronic a vedere iconcerti di Van Der Graaf Generator, Atomic Rooster, Canned Heat,Quintessence, Area, Nucleus, Rory Gallagher. Si ballava sulle note di LedZeppelin, Free, Rolling Stones, Iron Butterfly. Si assisteva agli spettacoli totali del Living Theatre di Judith Malina e Julian Beck. Si partiva per l’India,il Marocco, si partecipava ai festival della rivista Re Nudo, si affollavano tutti quegli eventi sparsi per la penisola, i nostri primi concerti distesi nelsacco a pelo, Genesis, Grand Funk Railroad, Frank Zappa, Emerson Lake& Palmer, Joe Cocker”.
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La presentazione del libro, domani alle 18 al Museo Pecci, con la partecipazione dell’autore, Bruno Casini, Carlo Caldini (Space Elettronic) e Stefano Pezzato (direttore area artistica e collezione del Centro per l’arte Contemporanea Luigi Pecci)