nebbia

Che si tratti di demoni, dei o fantasmi, la nebbia ha sempre avuto significati macabri: è raro trovare una cultura in qui questo fenomeno meteorologico sia legato a eventi positivi. Cinque motivi per cui anche voi dovreste temere la nebbia.

La Caccia Selvaggia: Certo, di solito viene inserita nel folklore dei boschi dell’arco alpino, ma c’è chi dice che ogni tanto vada a farsi un giro anche negli Appennini che, come risaputo, attraversano tutta la penisola: non potete dirvi al sicuro solo perchè non abitate sotto il Monte Bianco. La Caccia Selvaggia si manifesta con qualsiasi tempo meteorologico, ma pare che la nebbia faciliti la sua apparizione: latrare di cani, luci nei boschi, urla demoniache fra gli alberi. C’è chi dice che siano le anime dei cacciatori morti che continuano a battere le foreste in cerca di anime da portarsi dietro, mentre con l’avvento del cattolicesimo si è radicata la convinzione che il Diavolo stesso guidi la sua muta di cani infernali a caccia di peccatori: considerando che la leggenda della Caccia Selvaggia esisteva già da prima dell’arrivo della religione cattolica, questa ipotesi potrebbe essere da scartare. Chi scappa in tempo è salvo, ma chi viene catturato va incontro a morte sicura; pare inoltre che fissare troppo a lungo la Caccia Selvaggia porti alla pazzia, e le rare persone che hanno provato a parlarci non hanno avuto un’esperienza piacevole. I Furor Gallico ci hanno fatto una bella canzone, se vi capita, ascoltatela.

Draugr (o Aptrgangr, letteralmente, camminatore di nuovo): Questa parola impronunciabile non indica altro che i fantasmi della tradizione vichinga: mutaforma che controllano gli eventi atmosferici e vedono nel futuro, i Draugr vivono nelle tombe dei vichinghi morti e possono possederne il corpo per farsi una passeggiata all’aperto, alzandosi dal sepolcro sotto forma di fili di fumo. Un’altra teoria vuole che siano gli spiriti dei marinai morti in mare che non hanno avuto degna sepoltura: incontrarli porta alla morte nel 99,9% dei casi. La nebbia rende difficile riconoscere un essere umano da un fantasma, per questo i vichinghi in caso di nebbia usavano aspettare anche per ore fuori dall’alloggio dell’ospite per permettergli di osservarlo e accertarsi che fosse effettivamente chi diceva di essere e non un corpo morto uscito dalla tomba. Che non è proprio il tipo di ospite che tutti vorremmo in casa.

Laino: Dea della nebbia della tradizione animista basca, Laino è di indole estremamente malvagia e vive nelle caverne, aspettando l’occasione giusta per uscire fuori sotto forma, appunto, di nebbia.

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Yuki-Onna

Patupaiarehe: Esseri fatati della tradizione maori che vivono in regioni montane e collinari costantemente avvolte dalla nebbia. Di alta statura e coi capelli rossi, sembrano tutto sommato esseri umani molto pallidi. Sono i guardiani delle lande selvagge e di tutto ciò che vive sul loro territorio, e non è raro che prendano amanti umani che, nel caso cedano al loro fascino, torneranno molto difficilmente alla ragione. Nella tradizione maori, i bambini albini sarebbero il frutto di queste unioni.

Yuki-Onna: Letteralmente, “Signora delle nevi”. Questo demone giapponese si presenta solitamente sotto forma di una bellissima donna vestita di bianco, pallida e dal respiro glaciale, ma può trasformarsi in vapore bianco per passare sotto le porte o in bruma che aleggia sopra il corpo delle vittime. Uccide la preda rubandogli l’anima dalle labbra. In sintesi, più che nascondersi nella nebbia, questo demone è la nebbia stessa. E io la nebbia non la bacerei.

Fonti: www.pantheon.org; Il libro rosso del Demonio (Mack Carol, Mack Dinah)

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