Eccomi qua!
Dopo due settimane sconnessa dal mondo sono di nuovo in rete con Cuba nelle vene!

I cubani sono un popolo fantastico con tanto cuore e pochi mezzi…

Damià ed io abbiamo viaggiato nel Paese parlando tanto con la gente. Questo era quello che ci interessava di più, questo era quello che cercavamo.
I turisti vengono qua per i più disparati motivi: per le spiagge, per la natura unica al mondo, per i monumenti e le città coloniali, per la storia del paese e la “revolución”, per imparare a ballare la salsa, per trovare l’amore (o qualcos’altro di molto squallido che avrete intuito). Damià ed io siamo arrivati qui con la curiosità di scoprire come vive la gente e come funziona il paese a livello politico, economico e sociale. Perciò abbiamo cercato di parlare con la gente e vivere la loro quotidianità.

È stato facile attaccare bottone con le persone perché qui ogni occasione é buona per fare amicizia (sono molto piú chiacchieroni di me…e chi mi conosce sa che già io sono una chiacchierona).
La parte complicata é stata viaggiare in “povertà” perché qui i turisti sono compresi e accettati solo come entrata monetaria. Un turista deve spendere tanti soldi: dormire in alberghi all inclusive, prendere autobus o taxi costosi per spostarsi per il paese, andare al ristorante, nei musei, nelle spiagge private.
Noi invece abbiamo viaggiato come poveri pazzi: arrivati all’Habana siamo stati ospiti in famiglia, mangiavamo nei baracchini che vendono in pesos, prendevamo le “guaguas” pubbliche stretti come sardine e aspettavamo nelle file il nostro turno. Abbiamo preso i “camiones” viaggiando in piedi per ore attraverso il paese, siamo andati a fare la spesa nelle bodegas girando una mattinata intera per trovare del formaggio, abbiamo fatto “botella” (autostop) in autostrada grazie all’aiuto degli “amarillos” -agenti dello stato con uniforme gialla che fermano i mezzi statali per far salire le persone, vista la difficoltà che hanno i cubani a spostarsi per il paese (non ci sono molti autobus e treni)-. Così abbiamo vissuto e incontrato tanti cubani. Alcuni simpatizzavano per la nostra scelta di viaggiare in modo umile, altri ci dicevano che dovevamo pagare e usare i mezzi per turisti, quasi tutti ci hanno aiutato moltissimo, nonostante ci prendessero per pazzi perché nessun turista viaggia cosí.

Con tutti i buoni propositi socialisti che il sistema propone alla gente, il sogno piú comune qui è guadagnare abbastanza denaro per poter andare al ristorante, comprarsi un’auto, bei vestiti, collane, braccialetti. Ed è comprensibile visto che hanno sempre vissuto in ristrettezze non per scelta ma per necessità. Per loro quindi é inspiegabile vedere dei turisti come noi che viaggiano essenzialmente.

Nonostante non ci capissero ci hanno accettato e questo è l’aspetto più bello di questa gente che indirettamente ti dice:- non ti capisco ma sei una bella persona e ti voglio bene-.

Grazie a questo incontro-scontro culturale abbiamo avuto modo di condividere un pezzettino di vita cubana e di parlare con la gente della politica, dell’economia e del sistema sociale di Cuba. Ognuno di loro ovviamente ci ha raccontato la propria verità, il proprio punto di vista e la propria quotidianità. Unendo tutti i puntini che la gente ha tracciato con noi posso dire che Cuba viva contemporaneamente nel passato, nel presente e nel futuro del mondo.

Cuba vive nel passato perché la Guerra Fredda è ormai finita da tempo ma qui c’é ancora un embargo restrittivo da parte degli Stati Uniti che blocca il commercio e l’accesso dei cubani a servizi per noi basici, come per esempio internet.
La “repubblica socialista” mi affascina perché questo piccolo paese ha avuto il coraggio di ribellarsi con successo alla politica invasiva degli Stati Uniti, tuttora “padroni” di molti paesi dell’America Latina. Qua tutti sono orgogliosi di essere Cubani e sono un popolo unito anche perché si sentono tuttora “sotto assedio” Usa. Allo stesso tempo peró il sistema mostra i suoi difetti perché controlla i cittadini, i turisti, non produce tutti i beni necessari per una vita dignitosa ed é essenzialmente una dittatura.

Cuba vive peró anche nel presente, perché molte persone emigrano inviando a casa i soldi necessari per tutta la famiglia, i ragazzi della nostra età sognano di poter viaggiare, come stiamo facendo noi, e di poter costruire un futuro autonomo dai propri genitori…
La gente qui poi ne ha passate di cotte e di crude perciò sono solidi e pratici. Anche la piú semplice cosa per noi come fare la spesa, andare al ristorante o prendere un autobus qui puó diventare una sfida difficile da vincere alla prima e quindi “Hay que luchar!” E il popolo cubano lotta e inventa mille modi per sopravvivere all’embargo Statunitense e alle inefficienze del sistema. Per San Valentino, ad esempio, (festa più importante dell’anno) tutti sono andati a cena fuori. Noi siamo usciti con la coppia della casa dove dormivano ed abbiamo aspettato 3 ore per sederci a tavola perché tutti i ristoranti erano pienissimi di coppie tirate a lucido (Damià ed io eravamo i più barboni della sala ovviamente) e tutti hanno speso metà del proprio stipendio mensile in una serata.

Cuba peró vive anche nel futuro grazie alle politiche a favore della cultura, dell’arte a tutti i livelli, dell’ambiente, della salute come bene comune, dell’istruzione per tutti, della ricerca e sviluppo, dello sviluppo di una industria nazionale capace di produrre ciò che noi importiamo categoricamente dalla Cina. Niente è perfetto perché, per esempio, sono stata internata nell’ospedale per accertamento “rischio colera” per una piccola insolazione/indigestione, nonostsnte gli avessi detto che ero coperta da vaccino. Ai dottori non importava cosa pensassi: trattavano il mio corpo piuttosto che la mia persona e, nonostante non avessi niente, continuavano a chedermi se mi sentivo meglio…mi sembrava di essere internata in un ospedale psichiatrico dove i pazzi erano i dottori.

Cuba è una dittatura ma ha sviluppato un interessante sistema partecipativo creando assemblee locali aperte a tutti dove si decide in merito a politiche locali e si eleggendo i rappresentanti per le assemblee di provincia, che a loro volta eleggono i rappresentanti per le assemblee di regione…su su fino ad arrivare a livello nazionale.
Cuba vive nel futuro perché chiunque scelga di fare il politico guadagna quanto guadagnava nel lavoro precedente a quello del politico. Nessuno quindi é spinto alla politica per interesse: non guadagna niente di piú. Non come nel nostro belpaese…

Contraddizioni e verità relative sono all’ordine del giorno qui ma sarebbe bello poter prendere spunto, degli aspetti innovativi di Cuba, per migliorare il nostro paese.

La prossima settimana vi aggiorno con il Mexico!!!
Il viaggio continua!!!