Pace è fatta, o così pare tra Vittorio Sgarbi ed il sindaco Roberto Cenni: “Questo incarico altro non è che il frutto dei sensi di colpa del sindaco nei miei confronti per la mia non elezione a direttore del Pecci, dato che lui avrebbe voluto me a Cavallucci” ha commentato Sgarbi, stamattina nell’ufficio del sindaco di Prato, durante la presentazione del suo programma da “superambasciatore culturale” della città.

Un incarico per un compenso di 35 mila euro (più Iva) per otto mesi di marketing dei tesori della cultura pratese per il periodo maggio-dicembre 2014; la stessa identica cifra, per il periodo gennaio-maggio 2015, che andrà però a valere sul prossimo bilancio.

I progetti di Vittorio Sgarbi.

Ecco cosa ha pensato Vittorio Sgarbi per Prato. Nell’accordo dovevano essere tre, ma il neo ambasciatore pratese ne ha presentati cinque.

– Paolo Uccello a Prato. “E’ la prima mostra che voglio iniziare ad organizzare – ha spiegato Sgarbi -. Paolo Uccello è più grande di Filippo Lippi, è stato un errore non metterlo nel titolo della mostra precedente alla riapertura del Pretorio. Nella stanza dedicata ad Uccello ci doveva anche essere scritto ‘adesso che hai visto queste meraviglie, corri al Duomo di Prato, dove c’è una cappella clamorosa realizzata da lui’. Questo farò: porterò 3/4 capolavori di Paolo Uccello e allestiremo una mostra ai piedi della cappella all’interno del Duomo”
– Tesori e segreti dei conventi pratesi. “Luoghi incantevoli che ho già avuto possibilità di visitare prima dell’inaugurazione di Palazzo Pretorio, che contengono dei tesori che devono essere valorizzati, dove le immagini e l’arte scandivano la vita quotidiana: il monastero di San Clemente, San Niccolò, la Badia di San Salvatore, per citarne alcuni”.
– Connessione tra artisti “vivi” e Palazzo Pretorio. “Confronto tra artisti contemporanei, di una contemporaneità non ideologica, intendo artisti vivi, che hanno meno di 50 anni e le opere esposte nel palazzo civico. I nomi saranno: Nicola Samorì, Vaccari, Primo Frongia, Agostino Arrivabene, Andrea Martinelli, Roberto Ferri”.
– Un’ideale museo del novecento. “Creare un legame tra palazzo Pretorio e il Pecci, un periodo non rappresentato a Prato: 20 opere con artisti di primo piano come Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini, Giorgio De Chirico, Lorenzo Viani, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Mario Sironi, Filippo De Pisis e Giorgio Morandi. Sono in grado di mettere in piedi questa mostra in tempi molto rapidi. Potremmo pensare di fare questa mostra a Palazzo Datini”
– Gabriele D’Annunzio: l’infanzia e le donne. “In riferimento al Convitto Cicognini, riportare alla luce il patrimonio che lega D’Annunzio a questa città, e poi magari qualcosa sulla vita erotica del poeta, la moglie Maria Di Gallese e le sue varie amanti”.

Le “frecciatine” al neo direttore del Pecci Fabio Cavallucci

Vittorio Sgarbi guarda al futuro culturale di Prato, stringe la mano al Sindaco, perdona tutto sulla vicenda del direttore del Museo Pecci (commentando anche con la frase “perdonare è dimenticare”, ndr.), ma è un continuo scagliare frecciatine contro il neo  direttore del museo d’arte contemporanea pratese, Fabio Cavallucci. Eccone alcune:

– “Questo incarico è un lieto fine la correzione di un errore da parte del sindaco: io avrei preso subito Sgarbi, per risparmiare uno stipendio, ma va bene anche così”
– “Non ho interesse a fare il direttore di nulla ed escludo che verranno fatte buone cose al Pecci, se come primo progetto per la riapertura è organizzare una mostra con le opere del museo: è come martellarsi i coglioni, lontano da qualsiasi cosa che una persona vorrebbe vedere”.
– “L’unico vero Cavallucci che conosco si chiama Antonio ed è un genio dell’arte del 1700. Ecco, un altro mio progetto per Prato potrebbe essere fare una mostra su Antonio Cavallucci”.
– “Il nuovo direttore del Pecci è uno che ha curato la Biennale del Marmo, andai a vederla e la trattai malissimo, perché non c’era un solo marmo in tutta la città”
– “Io i miei progetti l’ho presentati: l’unico dubbio che mi rimane è cosa voglia fare Cavallucci per far cambiare la nomea di Prato e trasformarla dalla città dei cinesi alla città della cultura”
– “Stiamo pensando ad un format televisivo sull’arte, e visto sarà affidato a me e non a Cavallucci avrà un successo meraviglioso, che mi permetterà di parlare di Prato”
– “Io sono come D’Annunzio e lui (Cavallucci, ndr.) è Pascoli: che Prato scelga Pascoli a D’annunzio è un’ulteriore forma di delirio”
– “Devono aver pensato: Meglio un Cavallucci, che un cavallo pazzo come me”.

“Cenni deve governare 15 anni”

Perdonato sulla vicenda Pecci, per la quale gli aveva augurato anche una brutta fine, ora Sgarbi non risparmia elogi sull’operato del Sindaco uscente: “Un sindaco che ha fatto di tutto per riavere a Prato il crocifisso di Filippino Lippi ed ha riaperto Palazzo Pretorio al mondo, si merita di governare per 15 anni”. “Vorrei realizzare tutti i miei progetti per Prato, prima che scada il mandato a Cenni: quindi o tra 20 giorni o tra 5 anni. Staremo a vedere: male che vada lo prenderò come mio assistente” ride il nuovo direttore artistico dell’arte pratese che parrebbe essersi già messo a lavoro con il suo team, in attesa di scoprire il risultato delle prossime elezioni, forse.