Foto: Max Collini

Ieri a Reggio Emilia, complice un’affollatissima mostra su Annarella benemerita soubrette e i suoi costumi, si è consumato un evento per il rock italiano di quelli che non si consumavano da anni: si sono riuniti i CCCP Fedeli Alla Linea. Tutti e quattro: Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Fatur Artista del Popolo e Annarella Benemerita Soubrette. Nel senso stretto del termine: si sono riuniti. Si sono trovati tutti e quattro nella stessa stanza, dietro un tavolo, a parlare amenamente e giovialmente di quella storia che iniziò nel 1982 a Berlino e morì ben due volte, alla faccia dei misteri religiosi e gloriosi: la prima volta nel 1990, con quel monolite della discografia italiana che fu “Epica Etica Etnica Pathos” e la seconda volta nel 1999, di nuovo a Berlino, laddove si doveva realizzare il primo disco di un nuovo progetto elettronico di Ferretti e Zamboni e ne uscì fuori un disco del solo Ferretti, probabilmente l’opera più incompiuta e verbosa del nostro, quel “Co.Dex” pressoché caduto nel dimenticatoio se non per un paio di pezzi suonati dal solo Ferretti dal vivo e solo da lui (Barbaro / legittimo bastardo). Che cosa sia successo a Berlino tra Ferretti e Zamboni nessuno lo sa. Questioni economiche? Questioni di cuore, se così si può dire, come diceva Patty Pravo, in quel pezzo che spesso risuonava dalle casse alla fine dei concerti dei Fedeli Alla Linea? Di sicuro una questione privata. Fatto sta che Zamboni se ne uscì dai CSI (che diventarono PGR poco dopo)… o meglio, a dire il vero i CSI si erano sciolti per poi di fatto riunirsi senza Zamboni, ma non se ne accorse nessuno, perché l’annuncio di quello scioglimento non fu mai dato, dal momento che doveva essere dato con l’uscita di quel disco a due. Zamboni fu fatto fuori? Se ne andò via da solo? Che cosa è mai successo a Berlino? E’ mai possibile che nessuno l’abbia mai chiesto?

Comunque, il tempo cambia molte cose nella vita, il senso le amicizie le opinioni… e dopo che Ferretti si è ritirato a Cerreto Alpi coi suoi cavalli e i suoi libri, e ne esce sporadicamente per qualche libro, qualche saga equestre e qualche concerto (sempre meno) Zamboni ha di fatto in questi ultimi anni ritirato le fila e ritessuto la tela: ha di nuovo chiamato a raccolta tutti i vecchi componenti, si è inventato prima i “30 anni di Ortodossia”, poi il tour del “Ciò che non deve accadere accade” per dimostrare che c’è in giro c’è ancora tanta voglia di CCCP e CSI. Ma mancava ancora un tassello. Mancava il ricongiungimento con Ferretti. E con Annarella, a dire il vero: ora titolare di un’erboristeria a Castelnuovo ne’Monti, l’unico con cui era rimasta in contatto era Ferretti. E la chiusura del cerchio è toccata a lei. Lei è la responsabile di una mostra di tutti i vestiti da Benemerita Soubrette, e di un catalogo che di fatto è un libro fotografico bellissimo, contenente scritti di Ferretti e degli amici di zona (uno su tutti Benedetto Valdesalici, psichiatra amico di Ferretti e suo mentore nella sua precedente attività – sporadicamente anche autore di testi per gli Ustmamò) e – chicca delle chicche – tutte le scalette dei CCCP. E lei la responsabile della riunione di ieri.

L’invito alla presentazione di ieri pomeriggio così recitava: “Annarella e Giovanni Lindo Ferretti presentano etc etc… Ospiti d’onore: Massimo Zamboni e Danilo Fatur”. Qualcuno ha pensato che si trattasse di fatto di una presa di distanza. In realtà si tratta di una citazione: Annarella e Fatur fecero uno spettacolo teatrale, nell’87-88. “Allerghia”, si chiamava. E la presentazione di quello spettacolo invece recitava “Ospiti d’onore: Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni”. Fu rappresentato anche da noi, al Backdoors di Poggio a Caiano. Quello spettacolo fu molto controverso, molto contestato. La gente andava a vederlo pensando di trovare un concerto dei CCCP, e invece si trovava davanti a una sorta di teatrino post-bellico, a una rivista da avanspettacolo postmoderno con canzoncine quali Ragazza Emancipata (cantata in russo maccheronico) e Cappuccino in Autogrill, in cui si narra di un coito consumato nel bagno dell’Autogrill dopo una defecazione.

Una parte di questo spettacolo fu rappresentato ad Arezzo Wave, introdotto da Annarella che declamava “Arezzo mi attrezzo per il tuo disprezzo”. Allora Ferretti cantò “Il testamento del capitano”, invece di “Emilia Paranoica”: la bordata di fischi che lo travolse si può ascoltare all’inizio di “Canzoni preghiere danze del II millennio”. I CCCP erano anche questo. Sfuggivano qualsiasi imbalsamazione. E la sfuggono tuttora. La domanda, l’unica possibile che è stata fatta ieri a quel bellissimo manifestarsi è stata: ma non c’è proprio nessuna possibilità di rivedere tutti i CCCP ancora insieme, almeno per un’ultima volta? I nostri non rispondono. Nicchiano, danno risposte di convenienza, quasi per non rovinare la festa. Ferretti risponde con una citazione: “Quello che deve accadere, accade”. Annarella rincalza: “Non sapevamo che avremmo fatto questa mostra ma è successo. Non facciamo programmi”. Conclude Zamboni: “Ai tempi fu una combinazione che durò tre secondi. Deve accadere la stessa cosa: se nascesse a tavolino sarebbe un prodotto”. L’unico che tace è Danilo Fatur. Probabilmente lui è l’unico che la rivorrebbe davvero, un’ultima volta insieme.

(foto: Max Collini)