Un film documentario ma anche un’azione politica, una storia reale ma anche fantastica. “Per questo film rischiamo 15 anni di carcere, ma non abbiamo paura perché abbiamo tante persone che ci sostengono”: le parole del regista di “Io sto con la sposa” Gabriele del Grande che assieme alla protagonista Tasneem Fared ieri sera era al Terminale (nuova proiezione il 16 dicembre sempre al Terminale) a presentare il film che è stato realizzato grazie al finanziamento dal basso (100mila euro raccolti grazie ad un crowdfunding, grazie al contributo di 2.617 persone da 38 paesi di tutto il mondo).

La storia del film. Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia.
Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati.

La macchina da presa segue tutto questo, segue la rabbia verso una politica che mette un prezzo e un limite alla libertà di un essere umano, segue la disperazione e l’angoscia per quei giorni in mare, per i morti visti e conosciuti che non si possono dimenticare, segue la gioia che scoppia, la festa non appena un po’ di calore umano e casalingo si crea. Ci si affeziona ai protagonisti che raccontano la tragedia e la meraviglia che è la vita. Il documentario è “dedicato ai nostri figli perché ricordino sempre che nella vita arriva il momento di scegliere da che parte stare” si legge in fondo prima dei titoli di coda: “noi l’abbiamo fatto, abbiamo scelto di andare contro la legge, per stare vicino all’uomo” commenta il regista.

L’accoglienza pratese è stata calorosa, con una sala piena di persone curiose di conoscere il progetto. “Io sto con la sposa” resiste in sala da ormai 8 settimane ed è stato già visto da più di 70mila persone tra cinema e proiezioni dal basso.

La serata pratese è stata organizzata dall’Arci Prato, dal suo sportello ArcimigrAzioni, dalle associazioni Shaleku e Meltin-Po e dalla Casa del Cinema di Prato, con il patrocinio del Comune di Prato, Assessorati alla Cultura e alle Politiche per la cittadinanza.