Foto Augusto Biagini

Concerti che iniziano a notte fonda. Di chi è la responsabilità? Parola agli addetti ai lavori. A seguito del nostro commento sugli orari dei concerti nei club o locali della zona, abbiamo chiesto l’opinione di 10 tra i più noti organizzatori di concerti, gestori, dj tra Firenze, Prato e Pistoia.

La domanda che abbiamo posto loro è stata la medesima: è possibile pensare di fare iniziare i concerti prima?

Quella che viene fuori è una fotografia alquanto variegata, piena di sfaccettature e differenze, ma con un minimo comune denominatore: molta colpa per gli orari dei concerti è da attribuire al pubblico. Ma analizziamo le varie correnti di pensiero.

“Le persone che si muovono per ascoltare i live sono veramente poche. Fino a dopo le 23 non c’è nessuno ed è avvilente far suonare le band di fronte a poche persone, quindi siamo costretti a far iniziare i concerti tardi” commenta Marco Mencacci del Capanno Blackout di Prato. Della stessa opinione Simone Giuliani del Glue di Firenze. “Se non sei una band affermata con uno zoccolo di pubblico importante, è difficile che prima di un’ora tarda ci sia gente ad ascoltarti – continua Filippo Morganti dell’H2No a Pistoia – in più secondo me la triste realtà è che la maggior parte delle persone va nei locali per il dj set, quindi dalla mezzanotte e mezza in poi”. “Da organizzatore – commenta Luca Di Venere, dj – preferirei fare in modo che i live non inizino più tardi delle 22,30, ma da ascoltatore e pur appassionato di musica, mi accorgo che anche io preferisco che le serate inizino verso mezzanotte”.

L’orario “fasullo” del concerto.

In molti organizzatori rimproverano il fatto che il pubblico si è abituato al concetto “c’è scritto 22, ma tanto prima delle 23 non apre nemmeno il locale”.
“Per i Morrissey o Verdena di turno arrivare anche un’ora prima non è mai un problema per nessuno: arrivare precisi per la band nata l’anno scorso, sì – commenta il dj Paolo Disorder -. questo problema è in teoria risolvibile “abituando” il pubblico, facendo rispettare gli orari indicati con costanza e precisione (anche se ciò implica per i locali “sacrificare” un po’ di giovani band, vedi sopra): e soprattutto durante la settimana, quando l’esigenza di uscire e tornare a casa prima è sentita un po’ da tutti”. D’accordo anche Alessandro Gallicchio, organizzatore di concerti tra Firenze e Prato: “purtroppo i concerti spesso iniziano “il giorno dopo”, siamo tutti un po’ schiavi del denaro, degli investimenti fatti e della pigrizia, non si ha la voglia di voler provare ad abituare il pubblico”.

Educare il pubblico, è possibile?

“E’ possibile iniziare i concerti prima – continua Gallicchio – ci vogliono volontà, costanza, determinazione e non ultimo degli investimenti (in questo caso economici soprattutto perché per le prime volte il pubblico al concerto non sarà molto numeroso)”. “Sta a noi forzare un po’ la mano: partire all’orario indicato e alla lunga ci si arriva, noi cerchiamo di partire il più possibile in orario” commenta invece Leonardo Giacomelli, delle Nozze di Figaro, Tender e la Limonaia di Fucecchio. “Ci abbiamo provato, specie i primi anni di gestione – racconta Daniel Bondi del Controsenso – cercando di sfruttare gruppi della zona, che richiamassero persone in modo più semplice, in apertura alla band principale: il risultato è stato vedere gruppi che suonavano di fronte ai baristi e 20 persone”.
“Sono anni che provo a spostare l’orario di inizio dei concerti – commenta invece Vodena Vannucci del Camarillo di Prato – non ho mai avuto risultati significativi se non in qualche rara occasione. Da qualche tempo addirittura l’ orario si è posticipato ulteriormente, anche se nel nostro piccolo cerchiamo di pubblicizzare eventi in una fascia oraria più umana, sia per il vicinato che per i musicisti”.
“Sia nel nostro spazio, che nei festival o concerti all’aperto – commenta Francesco Fantauzzi di Fonderia Cultart – ci siamo abituati a far cominciare i concerti non più tardi delle 22.30 dandoci come fine la mezzanotte. E’ una questione di identità di uno spazio e di obiettivi. Pensiamo che chi voglia sentire la musica non abbia problemi a venire a un orario da “prima serata”, intrattenendosi anche dopo nello stesso spazio o migrando verso un pub dove bere qualcosa fino a tarda notte”.

Il djset “salva incasso”

In tanti sono convinti che il vero guadagno del bar – unica fonte di guadagno per i locali a ingresso gratuito o con tessera associativa – avvenga a concerto concluso, con il djset a seguire. In poche parole: la gente consuma per ballare. Questo “costringe” i vari gestori a spostare l’inizio del concerto sempre più ad un orario tardo anche per permettere alla clientela di restare durante il dopo-concerto.

Molti addetti sono convinti che il “modello europeo” – quello di iniziare anche verso le 20 i concerti o anche prima – non attecchirebbe qui in Italia: “abbiamo altri tempi e ritmi di vita” commentano.

In conclusione, troppi condizionali da parte degli organizzatori: “ci piacerebbe iniziare prima ma”, “potremmo pensare di”, “vorremmo”. Poca volontà di cambiare la situazione, sembrerebbe.