“Mentre mia madre moriva, io pian piano perdevo, insieme a lei, anche le braccia e le mani che mi sostenevano e mi accompagnavano ovunque” (Simona Atzori). Prendendo spunto dalla presentazione dell’ultimo libro della ballerina ed artista Simona Atzori, una serata per cercare di rispondere, insieme, ad una delle domande più urgenti e preoccupanti per i genitori di persone con disabilità: “Cosa ne sarà di mio figlio dopo di me? Chi lo proteggerà?”

L’incontro – che si svolge all’interno della rassegna “Un Prato di libri – si terrà presso l’Auditorium Camera di Commercio di Prato mercoledì 1 aprile ore 18.00.

La morte di un genitore segna per tutti un momento di passaggio e lascia un senso di vuoto. A maggior ragione nel caso di Simona Atzori, ballerina e pittrice nata senza le braccia. Con Dopo di te, l’autrice ci racconta il dopo la morte di sua madre in un libro emozionato ed emozionante.

Simona Atzori, 40 anni, è nata così, senza le braccia, ma grazie a due genitori pieni di attenzioni e forti come rocce e a un carattere per natura positivo, ha sempre vissuto la sua condizione come la sola possibile. Il suo modo di vivere, che non l’ha mai limitata, ma anzi, l’ha spronata a seguire i suoi sogni, le due arti che più le permettevano di esprimersi. Oltre alla danza e alla pittura, Simona ha scoperto di recente un altro modo di raccontarsi: la scrittura. Dopo il fortunato esordio con “Cosa ti manca per essere felice?” (Mondadori, 2011), lo scorso settembre è tornata infatti in libreria con “Dopo di te”, un ritratto caldo ed emozionato di sua madre e di quello che ha significato perderla, l’anno scorso, per un beffardo e fulmineo tumore.

Un tema intimo e personale, ma che diventa anche dramma universale: perché figli lo siamo tutti e quando un genitore se ne va il “dopo” che segue è una lunga strada da percorrere. Tanto più quando si vive una disabilità, mentale o fisica, come nel caso di Simona.

Ma cosa vuol dire parlare di “dopo di noi”? Con questa espressione si intende quel momento nel quale la rete familiare di supporto e assistenza non sarà più in grado di prendersi cura della persona disabile. Proviamo a pensare a cosa significa avere una persona non autosufficiente senza altri parenti in grado di seguirlo dopo la morte dei genitori; proviamo a pensare anche ai genitori anziani e stanchi che sentono di non farcela più e che si consumano per la preoccupazione sul futuro del proprio figlio; proviamo anche a pensare ai fratelli che, se presenti, non potranno farsi carico di tutti i problemi.