E poi c’è quella volta che Giorgio Silli si sposò in riva al mare, alle Seychelles, con le tartarughe marine e tutto il resto. Una leggenda?

No. Non solo è tutto vero, cosa che renderebbe l’impatto della notizia ampiamente al di sopra degli standard cittadini, ma pare addirittura sia accaduto oggi. L’ex assessore all’Integrazione della ‘giunta Cenni’, l’ex coordinatore pratese di Forza Italia, l’ex di molte avvenenti bellezze che dalla Russia a New York hanno creduto di poterlo definitivamente stregare, ha detto il suo “sì” più importante. Per le amanti, dei dettagli, a ricevere l’anello è una ragazza romana. Ancora dettagli: chiesa (all’aperto?) di Saint Joseph e funzione senza invitati: niente amici di una vita, nessun genitore commosso, niente banchetti opulenti. Solo lui e lei. Lui, lei e la spiaggia; lui, lei e il tramonto infinito; lui, lei e il paradiso.

Ecco, a proposito di paradiso, chissà come giudicherà il Signore (quello con la S maiuscola) questa ennesima uscita de “Il Silli di Prato”. Cattolico praticante per vocazione, strenuo difensore del verbo della Chiesa nell’agone politico, amante della tradizione e infine sposo nella cattedrale più immaginifica della cultura post moderna: la spiaggia.

La cosa suona un po’ strana, effettivamente. Potrebbe essere persino una leggenda se non fosse stato lui stesso, qualche giorno fa, a rivelare a pochi intimi la sua intenzione: la fuga d’amore all’equatore con matrimonio finale. Matrimonio annunciato poi sulla propria pagina Facebook con queste parole: “NUNTIO VOBIS GAUDIUM MAGNUM : il Silli e la Vale sono convolati a giuste nozze, in gran segreto, oggi alle 15 nella Chiesetta di Saint Joseph sull’isola di Praslin. Lontani lontani…dite che abbiamo fatto male ?”

Prima della partenza qualcuno è inciampato sul suo sguardo frenetico nel centro storico di Prato: impeccabile come sempre correva per risolvere questo o quel problema prima della partenza. “E’ incredibile – ha detto – abbiamo deciso così: so che è una cosa pazza ma va fatta”. E con queste parole si è congedato dalla città.

Potrebbe essere una leggenda. Non è cosa da tutti i giorni, infatti, assistere impassibili all’emigrazione-per -matrimonio del “responsabile nazionale dell’Immigrazione” di uno dei partiti politici più importanti dell’arco costituzionale (Forza Italia). Del resto pareva un mito anche il racconto sull’investitura pubblica del Cavalier Berlusconi al delfino Silli. Di quella volta raccontano che l’ex premier abbia chiamato in diretta la convention pratese del partito al telefono e che si sia fatto mettere in viva voce annunciando a Silli e alla folla degli azzurri il nuovo incarico per il politico pratese. Era il 21 maggio del 2014: “C’è anche Giorgio Silli lì? Bene – disse Silvio – perché ti volevo comunicare in diretta una pensata fatta a Roma, nel nostro partito. Abbiamo deciso di nominarti responsabile nazionale per l’immigrazione”. Una pensata. O come dicono in slang i giovani pratesi “una pesata”.

Comunque non bisogna banalizzare la realtà, confonderla con la mitologia che si costruisce con le voci del bar attorno ad una persona che sa farsi personaggio. Ad esser sinceri potrebbe parere una leggenda anche la storia che vede Silli abbandonare la prescelta a pochi metri dall’altare: era una donna spagnola che faceva girare la testa ma le cose fra i due si guastarono all’improvviso. Erano metri o mesi? Sta di fatto che il matrimonio, in quel caso, non si celebrò. Era il 2011.

Poi seguirono mille amori e mille altre avventure: politiche, imprenditoriali, sociali. Con il seguito di fiabe sul suo conto che crescono come i rami di una pianta rampicante attorno all’edificio della sua personalità. Pare ad esempio che conosca tutti i suoi elettori, nome per nome (non facile per chi, con circa 2000 preferenze in città, è il più votato del Consiglio comunale pratese già nel 2009). Pare poi che la sua roccaforte personale risieda nella congregazione suore di Iolo, che lo votano tutte fieramente.

Nel novero delle leggende che lo riguardano c’è anche la tranche dedicata all’attività goliardica nelle “pagliette” dell’istituto Buzzi. Queste non possiamo citarle, sono tutte a rischio denuncia. Ma provate a fare un giro fra i ragazzi di ieri e di oggi: sentire per credere, le mirabolanti avventure che lo riguardano sono frecce nella faretra di ogni goliarda che si voglia fregiare della toscanità. Prato come il resto dei continenti. La leggenda vuole che dopo aver finito la scuola “il ragazzo” abbia vissuto per lunghi periodi fra Mosca, New York ed altre numerose città del mondo. “Parlo 5 lingue, fra le quali il russo”, tiene a precisare lui.

C’è anche quella storia sulle sue gite ad Arcore. Niente di oltraggioso o olgettoso, a meno di nuove scottanti intercettazioni. Perché la leggenda non si può confondere col gossip sennò son buoni tutti. Le foto così nitide di quegli incontri politici fanno impallidire persino il fantasma delle voci che vorrebbero screditare l’ipotesi della sua ascesa nelle grazie del Cav. C’è poi la sua amicizia con potenti di ogni angolo del Paese e infine il mito di quell’album da solista che Silli avrebbe inciso con interpretazione da crooner e distribuito fra gli amici per natale. O era il suo compleanno? Posso dire a riguardo che la sua passione per la musica è genuina: una volta l’ho visto personalmente far anticipare un suo intervento pubblico – di fronte a ministri, direttori di giornale e cardinali – dalla trasmissione in filodiffusione di un’opera lirica (La calunnia è un venticello). Questo è successo alla villa medicea di Artimino, sarà stato il 2013.

E poi c’è quella volta che si sposò in riva al mare, alle Seychelles, con le tartarughe marine e tutto il resto. Una leggenda? No, è soltanto Giorgio Silli.

Foto: Facebook.