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È iniziato stamattina, al Polo Universitario di Prato, il terzo convegno nazionale della Società Italiana di Antropologia Applicata (Siaa) che ha scelto questa città non a caso. La finalità dell’incontro, al quale parteciperanno i più grandi nomi della ricerca italiana e internazionale di varie discipline, è delineare il ruolo complesso e articolato che l’antropologo si trova a svolgere, di volta in volta, nella società, un ruolo che è sempre di forte interazione. Il tema spazia in molti ambiti: la trasformazione e il miglioramento degli strumenti di analisi e di intervento, la discussione sulla comunicazione e sulla divulgazione scientifica, e una riflessione sulla ricerca partecipata e collettiva. Il nodo cruciale è definire i canoni di una comunicazione efficace e plurale che quasi sempre comporta una rivisitazione creativa delle forme di linguaggio e della ricerca. Non basta infatti trasmettere in modo comprensibile i contenuti, occorre comprendere linguaggi e grammatiche che permeino i contesti professionali, istituzionali, pubblici e politici in cui l’antropologo opera. L’evento è in collaborazione con Iris e con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Prato.

La Siaa è stata costituita nel dicembre 2013 da un gruppo di docenti e ricercatori universitari, da ricercatori che operano presso enti privati e pubblici, da esperti che studiano con fini applicativi le realtà sociali, culturali, multietniche, multireligiose e ambientali della contemporaneità. L’attuale presidente è Bruno Riccio. A spingere questo gruppo di persone a fondarla è stata la volontà di poter fornire risposte a tutti quei ministeri, amministrazioni locali, assessorati, tribunali, imprese pubbliche e private sempre più bisognose di interventi, pareri e consigli antropologici. Infatti la Siaa si propone di spingere l’antropologo ad andare oltre l’analisi culturale per far sì che le teorie trovino applicazione nella lettura del quotidiano. A tale scopo diventa cruciale aprirsi al mondo, in modo che l’antropologia parli alla gente, alle istituzioni, alla vita sociale, uscendo fuori dai luoghi in cui viene pensata, elaborata.

Il convegno pratese, che è stato preceduto da due Convegni annuali, uno a Lecce nel 2013 e uno a Rimini nel 2014, presenta diverse sessioni tematiche che si svolgeranno in parallelo. Il tema principale verrà trattato attraverso vari filtri: quello dell’antropologia dell’educazione e della cittadinanza, quello delle scienze umane e sociali, quello delle implicazioni di natura etica in antropologia applicata, quello dell’arte partecipativa, quello della ricerca-azione nei vari campi applicativi, quello dell’antropologia dei disastri, quello della salute pubblica e della giustizia sociale, quello dell’antropocene e del cambiamento climatico, quello della comunicazione nella professione antropologica e quello della restituzione nella pratica antropologica.

Oltre a sessioni tematiche parallele, il convegno propone una serie di workshops che coinvolgono diversi operatori di diversi ambiti e settori disciplinari: dai luoghi e culture del lavoro ai contesti sanitari, dalle pratiche educative al mondo del design.

Si evidenziano due tavole rotonde: la prima dibatte un tema centrale dell’antropologia applicata, ovvero il problema delle modalità di ‘firmare’ rapporti, articoli, volumi che riportino i risultati di ricerche condotte in équipe o i risultati di ricerche condotte per conto terzi. Quali sono le modalità accettate nella comunità accademica da un lato, e nelle istanze pubbliche e private extra-accademiche dall’altro, circa riconoscimento/attribuzione/proprietà intellettuale spettanti ai diversi ricercatori/autori coinvolti? Leonardo Piasere, professore ordinario dell’Università di Verona ne discuterà con Salvatore Maria Aglioti (neuroscienziato) e Mario Biggeri (economista). La seconda tavola rotonda, a conclusione del convegno dal titolo ‘Sfide, vincoli e opportunità della comunicazione in antropologia’, tratterà la diffusione dei contenuti antropologici. Il dibattito sarà centrato sul rapporto con i media, sui diversi stili comunicativi e la loro negoziazione, sul dialogo tra comunità professionali e diversi tipi di pubblico. La tavola rotonda vedrà alternarsi tre noti e affermati antropologi quali Amalia Signorelli, Marco Aime e Adriano Favole. Sempre su questo tema, merita particolare attenzione il panel coordinato da Ivan Severi e Francesco Zanotelli dal titolo ‘Comunicazione e antropologia. Strategie comunicative, successi e fallimenti nella professione e nella diffusione del sapere antropologico’ che vedrà coinvolti, in un dibattito a confronto, non soltanto antropologi e ricercatori ma anche professionisti coinvolti in diversi settori lavorativi e disciplinari.

Nella sessione di apertura di oggi si sottolinea la presenza di Ralph Grillo, professore emerito di Antropologia Sociale, all’Università del Sussex, che interviene con una relazione intitolata “Anthropologists Engaged with the Law (and Lawyers)”. Responsabili scientifici e organizzatori del Convegno Massimo Bressan (IRIS), Roberta Bonetti (Università di Bologna e Vice Presidente SIAA).

Per informazioni sulle attività dell’Associazione e sulle modalità di adesione scrivere a: [email protected] e www.antropologiaapplicata.com .