Il Comune ha annunciato nei giorni scorsi di voler vietare l’apertura di nuovi mini-market nel famoso triangolo dello spaccio in centro storico. Lo abbiamo scritto per primi qui, raccontando che la norma, che sarà inserita nel nuovo regolamento comunale per il commercio, assomiglia ad un’integrazione di quella varata dalla giunta Cenni contro le nuove aperture di kebab, che in quel caso voleva “difendere” il centro storico dai ristoratori etnici.

Stamani, dopo le polemiche suscitate dall’annuncio e l’ironia sui social dell’opposizione, il sindaco Biffoni integra l’annuncio. “La differenza è sostanziale – spiega il sindaco Biffoni – Cenni disciplinava l’insediamento delle attività in tutto il centro storico appellandosi a questioni di decoro urbano e vietava attività artigianali di cottura alimenti, quali kebab e similari, diverse da quelle tradizionali salvo quelle esercitate in forma accessoria. Era quindi un’improbabile decisione legata a una malintesa forma di decoro. Il regolamento sul commercio che stiamo mettendo a punto ora, invece, vieta l’apertura di nuovi minimarket in una zona specifica del centro dove da anni si verificano problemi di sicurezza, perché con il vecchio regolamento mancava lo strumento per farlo. Si vieta l’apertura di minimarket non stranieri, ma anche italiani, con l’unica eccezione per la vendita di prodotti tipici locali e regionali, come la Bozza di Prato piuttosto che i biscotti, in un’ottica di riqualificazione dell’area e di un innalzamento dell’offerta commerciale. Mi pare evidente che qualcuno ha la memoria corta oppure non capisce certe differenze sostanziali”.

La differenza tra le due norme starebbe quindi tutta nelle motivazioni e negli obiettivi, che nel caso della giunta Biffoni sono quelli condivisibili di ripopolare la zona più degradata del centro storico con esercizi commerciali più “decorosi” come quelli di prodotti tipici oppure “librerie, fiorai, orefici, negozi specializzati in abbigliamento sportivo o nella vendita di biancheria”, come riportava ieri la Nazione.  Il nuovo regolamento deciderà insomma le tipologie di esercizi ammessi nel triangolo nella speranza di arginare il fenomeno dello spaccio.

Però sembra sfuggire alla logica il modo in cui questa norma possa impedire ad una merceria, per esempio, o ad un fioraio di trasformarsi in “punto d’appoggio per spacciatori“.