via Nazionale Italiana di Calcio

Eccola lì quella Italia ‘gnorante che tutti noi sognavamo di vedere, ma non osavamo chiedere. La Nazionale di simpatia Conte esordisce col botto, grazie ad una gara esaltante, battendo i favoritissimi ragazzotti belgi con un 2 a 0 (Giaccherini e Pellé) che non lascia spazio a discussioni e che pone subito in discesa la strada per il passaggio del turno.

Come nella miglior retorica italica calcistica “ci importa una mazza a noi delle amichevoli, noi ci svegliamo quando si gioca sul serio”, l’evergreen “più ci criticano alla vigilia e più riusciamo a fare gruppo” e il nostalgico “vi ricordate dell’82 in Spagna?” gli azzurri tirano fuori grinta e attributi – le palle quadrate secondo Sir Bonucci – in una gara quasi perfetta che ci proietta al momento in testa alla classifica del girone.
A fine gara lo sfregiato C.t., smorza l’entusiasmo, come suo solito e come suo dovere e non deve certo fare un grande sforzo. E’ ancora fresca la ferita brasiliana di due anni fa, quando esordimmo battendo l’Inghilterra e poi rimediammo una figura da pellai col Costarica, uscendo a testa bassa contro un Uruguay tutt’altro che irresistibile. Ma per una sera lasciateci godere e chissà, sognare.

Consapevole di aver in mano la peggiore Italia delle ultimi decadi, e con le valigie già pronte per Londra, Conte si affida alle proprie certezze: il blocco Juventus là dietro e in mezzo al campo il rilancio di un redivivo De Rossi e di un Giaccherini che pare aver mangiato gli spinaci, tanto da aprire le marcature grazie a un lancio pennellato di Pirlo… ehm no… di Bonucci, lasciando in panchina le note più liete del campionato: Insigne e El Shaarawy.

In una Nazionale operaia, passata negli anni dai dualismi Baggio o Zola, Totti o Del Piero a Pellè o Zaza, Eder o Immobile, Conte sembra avere fatto ciò che gli si chiedeva di fare: ricostruire un gruppo, lacerato dalle faide interne allo spogliatoio che decretarono l’ingloriosa fine dell’epoca Prandelli.
Lo dimostrano i cambi nel secondo tempo, il buon impatto sulla gara del contestatissimo Thiago Motta e soprattutto quello di tutt’altro che Immobile, entrato nel momento di maggior sofferenza, per fare salire la squadra e partire in micidiali contropiedi, come quello a tempo scaduto sancito con il goal di Pellé che ha chiuso l’incontro. Lo dimostra la goia incontenibile di Buffon e di tutti gli altri azzurri che a fine gara festeggiavano come fosse la finale di Champion’s League.

Abbiamo sofferto è vero, ma le parate migliori le ha fatte Courtois il baccellone più reattivo mai visto tra i pali. Da tempo lo segnalo: è lui a contendere a Neuer il titolo di miglior portiere al mondo. E chissà forse non è un caso che i migliori nel Belgio siano stati proprio lui e Hazard, entrambi del Chelsea… Abbiamo rischiato il pareggio è vero ma solo a seguito di passaggi sbagliati nati da cali di concentrazione e poi che diamine, giocavamo contro la favorita alla vittoria finale, qualcosa dovevano pur fare sul campo.
Oltre ad un gran bagno di umiltà dopo la partita.