Il corpo e la scrittura, il movimento e la drammaturgia, l’apertura alla città. Questi i grandi temi di “Contemporanea Festival 2016”, che torna (23 settembre – 2 ottobre) per il quattordicesimo anno consecutivo con una sempre lucida visione della propria missione, quella cioè di costruire un vero e proprio festival delle arti sceniche che accolga grandi nomi internazionali, alimenti produzioni di qualità e sappia intercettare mutamenti e sfumature dei nostri giorni.

Però, per capire davvero cosa prenderà il via il prossimo 23 settembre nei teatri e nelle piazze di Prato bisogna tornare indietro e provare a mettere in fila alcuni concetti. Lo abbiamo fatto insieme al direttore artistico del festival Edoardo Donatini.

Donatini, cos’è davvero il Contemporanea Festival?

“Il Contemporanea è un festival delle arti della scena, ovvero un festival di linguaggi trasversali che accostati l’uno all’altro ci mettono di fronte al mutamento delle convenzioni e dei codici nei processi creativi del nostro tempo. Il festival nel suo complesso diventa così una potente rappresentazione della realtà, tocca nervi scoperti, si trasforma in strumento d’indagine sul reale, su quello che ci circonda. Solo che la verità non è più data ma viene stabilita da chi guarda, è lo sguardo dello spettatore a decretarne il significato”.

E perché secondo lei è nato a Prato?

“Viene fatto qui, a Prato, perché da sempre questa città è la patria di linguaggi che indagano il nostro tempo. Anzi, penso sia proprio intrinseca di questo territorio la capacità di emanare visioni progettuali che inevitabilmente sfocino nel confronto con la realtà che ci circonda e con i suoi mutamenti, con le sue nuove esigenze”.

Cosa ci può dire della nuova edizione?

“Poco. Se non che contiene due grandi temi: quello della scrittura e quello della danza. Su questo è necessario spiegare bene una cosa. La chiamiamo danza per convenzione ma non è danza, bisognerebbe chiamarla “corpo in movimento”. E’ una delle pratiche che sta innovando di più. E’ esplosa, letteralmente, e facendolo si è liberata. Il corpo sarà quindi molto presente in questa edizione e sarà soprattutto un corpo nudo. Però attenzione, non facciamo l’errore comune di intenderlo come una semplice provocazione. Il corpo nudo che vedremo in Contemporanea 2016 racconta, non provoca. E’ il corpo che si fa strumento, è un corpo vero, quindi anche difettoso, ma soprattutto è un corpo libero da vestiti, privo cioè di quegli elementi che permettono a chi guarda di collocarlo in modo automatico nel tempo e nello spazio. Quelli che vedremo quest’anno saranno corpi che vogliono avvicinarsi alla propria condizione naturale, quasi primordiale, per provare a raccontare qualcosa di nuovo”.

E la scrittura?

“Volevamo fare il punto sulla scrittura drammaturgia e per farlo abbiamo deciso di commissionare anche dieci piccole produzioni. Percorsi drammaturgici che avranno il compito non più di rappresentare ma di presentare la realtà con una grande commistione di arti e di strumenti. Ma ci saranno molti altri spettacoli che avranno a che fare con la scrittura nella sua accezione più ampia e che si intrecceranno con il corpo in modo davvero sorprendente”.

Dieci produzioni sono tante.

“Io sono un direttore artistico che ha avuto incarico dalla propria comunità di provare a farla cambiare. Per farlo, ospiteremo come sempre grandi produzioni internazionali e italiane, ma abbiamo cercato di perseguire sempre di più altre due strade: le produzioni appunto, e l’apertura dei luoghi di cultura al resto della città. Quest’anno ci saranno spettacoli in tutte le piazze del centro storico. Vogliamo portare performance e artisti di grande livello dentro la città e in faccia alle persone. E saranno spettacoli che non potranno lasciare indifferenti”.

Ci dia qualche buon motivo per venire a Contemporanea.

“Perché mette in luce interstizi che altrimenti non vedremmo. Perché sta parlando del nostro tempo e quando entreremo nel dettaglio degli spettacoli verrà riconosciuta capace anche di toccare nervi scoperti. Perché sono convinto sia in grado di accrescere il bagaglio di strumenti necessari all’interpretazione della realtà che ci circonda e perché, in fin dei conti, i processi creativi cui partecipiamo sono in grado di cambiare in meglio il livello della nostra vita. Quindi il mio invito è quello di prendervi cinque minuti e di provare a mettervi in gioco con Contemporanea”.