Venerdì 2 Dicembre – MODA’ in concerto – Mandela Forum

Avete presente l’espressione che fate quando vedete un vostro commensale mettere il parmigiano nella pasta al tonno? O la reazione che avete quando al bar vedete mettere 4 cucchiaini di zucchero in un caffè? Senza considerare il brivido che suscita la visione del nodo della cravatta extra large dell’agente immobiliare sotto casa vostra. Ecco, sarebbe perfetto poter ricreare artificialmente quella sensazione. La soluzione l’abbiamo trovata: andare al Mandela Forum questa sera. Perché per quanto e quante volte ci siamo spesi a favore del nazionalpopolare, in una campagna continua che al confronto quella del giornale travagliano per il NO al referendum è roba blanda, stavolta davanti alla versione italiana dei MUSE ci fermiamo. Nonostante alcuni pezzi siano realmente funzionali (ma del resto anche un apriscatole, nella sua bruttezza formale lo è), nonostante i fondoschiena femminili mostrati in ogni clip della band milanese siano piacevoli, nonostante l’ex collaborazione con l’operaia del pop ignuda Emma, sia stata decente, stavolta ci fermiamo.
Lapidaria l’espressione di Angelo Berbabucci in “Compagni di scuola” nei confronti di Fabio Traversa, ovvero Fabris: “Uno nun se può presentare così, deve mandare un certificato”. Lapidario il nostro giudizio per KEKKO e compagni. E tralasciamo il fatto delle K nel nome del cantante, una roba da affiliazione onoraria al Ku Klux Klan. Ma siamo sicuri e ce lo vediamo, mentre scrive da solo in casa con addosso la maglietta del Napoli (che questo è pure tifoso azzurro) e le mutande UOMO. Mentre scrive Xkè invece che perché, mentre scrive qnd invece che quindi o quando (e devi contestualizzare, attenzione). Magari ci mette anche qualche faccina nei testi. Cerchiamo di trovare l’unico valido motivo per partecipare a questo evento e parliamo agli uomini. Mettetevi una maglietta con scritto sopra “De puta madre” e buttatevi, che troverete forse il vostro amore. E dimenticherete la ricercatrice in antropologia che ascolta Calcutta che vi ha rotto il cuore e non solo: rifatevi una vita fra le braccia di Sabrina la shampista e strappate la laurea.

Sabato 3 Dicembre – I MINISTRI – Auditorium Flog

Signori e signori, dopo “La grande truffa del rock’n’roll” va in scena questa sera presso il prestigioso Auditorium Flog “Il grande mistero del rock italiano”. Forse perché salgono alla ribalta anni orsono vestiti da capitan Findus, forse perché non ricordiamo nemmeno un singolo, forse perché non sappiamo esattamente chi siano i loro fan. I Ministri non riusciamo proprio a definirli. Certo, il mistero non ci lascia sgomenti come nel parlare dei cugini “Tre allegri ragazzi morti”, ma riesce comunque a farci interrogare su questo strano curioso complesso. Scherzi a parte, non riusciamo ad essere molto acidi: sono apprezzati nell’ambiente e non solo, si sono costruiti in tranquillità una carriera passo per passo, senza mai strafare né atteggiarsi. Il dramma è sempre quello, come già detto: mi piacerebbe chiedere a 100 persone che abitualmente ascoltano musica se siano capaci di canticchiare una loro canzone. Sono quasi sicuro che la percentuale ricorderebbe quella degli elettori della Liga Veneta in provincia di Macerata. Ma questa cosa capita anche per i Radiohead degli ultimi anni, fenomeno che sta distruggendo letteralmente la generazione in essere.
In bocca al lupo Ministri, aspettiamo prossimamente un singolone. Ce la potete fare e rimanere nelle compilation tipo “One shot 2010” a vita: ci sono rimasti i Dire Straits, che in 40 anni di carriera hanno scritto in pratica tre canzoni. SI PUO’ FARE.

Domenica 4 Dicembre – Fiorella Mannoia – Teatro Verdi

Lo pensiamo da tanto, spesso lo abbiamo anche fatto notare, ma adesso ne abbiamo la certezza. A Firenze c’è una sorta di regia occulta, una sorta di grande manovratore degli eventi, lo spirito di un Medici che fu signore nel 1400, che si diverte a generare paradossi. La città dove nasce il fenomeno del sindaco rottamatore, poi premier multimediale, ora condottiero (?) del nuovo corso dell’italico popolo si trova ad ospitare in questa data, importante e carica di tensione quanto il giorno della finale di Coppa Italia, il terzo testimonial femminile più importante per “IL NO”, dietro rispettivamente a Ferilli e Parietti.
Fiorella Mannoia. E che vuoi dire alla Mannoia? Voce straordinaria, destino straordinario, pieno di successi e di fortune. Essere al posto giusto nel momento giusto, come quando incontrò un giovane Ruggeri che le fece cantare uno dei suoi maggiori successi, per poi essere ricompensato con molte controversie. Perché Enrico, insomma, non è esattamente il prototipo di eroe politico per la Fiorella.
Insomma la Mannoia è una perfetta zia fortunata, di quelle che starebbero bene in un film di Virzì. Con vicino un nipote come appunto il Marco Cocci di “Ovosodo”. Schieratissimi questa sera al Teatro Verdi, che “se succede ma non succede”, pare sia già pronto un elicottero per portarla il più lontano possibile, tipo in un casale toscano del 1600 dove si coltivano topinambur in orti sinergici.