Foto di Darragh Hehir

Torna il festival di danza contemporanea a Officina Giovani. “BodySongs – Corpi che cantano” è la rassegna curata dalla Compagnia rAn-network – in collaborazione con Assessorato alla Cultura del Comune di Prato, Officina Giovani, The Loom – Movement Factory, Il Pentolone – che quest’anno arriva all’ottava edizione. L’11 e il 12 febbraio gli spazi di Officina Giovani accoglieranno ospiti molto rappresentativi della danza contemporanea italiana e internazionale. Prima fra tutte la danzatrice della compagnia Tanztheater di Pina Baush Marigia Maggipinto, che parlerà della sua esperienza a fianco della coreografa tedesca e presenterà la restituzione del seminario di ricerca tenuto per più di un anno con un gruppo di danzatrici a The Loom – Movemet Factory.

Bodysongs, la cui direzione artistica è affidata alla danzatrice Sara Nesti, si aprirà con un workshop gratuito di DanceAbility tenuto dalla danzaterapeuta Michela Turrini sostenuto da varie realtà del tessile pratese, che hanno contribuito alla creazione del progetto TPS//Tessile per il sociale ideato da Elisa Bardazzi di The Loom.
Ospite agli ex Macelli anche la coreografa giapponese Yumiko Yoshika, con un trio prodotto dalla Compagnia Simona Bucci e , a seguire, il lavoro della giovane coreografa fiorentina Fabiola Zecovin.

“Sono tre lavori diversi quelli che proponiamo quest’anno – raccontano le organizzatrici -, frutto di coreografe che provengono da un back ground culturale e geografico lontano ma sicuramente accomunati dal linguaggio della danza in un unico sentire, attraverso il corpo e il movimento”.

Programma e presentazioni

Sabato 11 Febbraio
ore 15.00
Workshop di DanceAbility
Progetto TPS in collaborazione con The Loom – Movement Factory
condotto da Michela Turrini

La DanceAbility è una disciplina basata sul movimento accessibile a tutti, “mixed-abilities dance” è un modo di pensare la danza che mette al centro la persona e il suo potenziale espressivo, evitando etichette e preconcetti.
La DanceAbility è un metodo che serve per coinvolgere persone con o senza disabilità nelle pratiche d’improvvisazione e nel lavoro coreografico. E’ una tecnica di danza contemporanea fondata negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’90 da Alito Alessi, danzatore di Contact Improvisation e coreografo, è ora diffusa in tutto il mondo. Il metodo fondato da Alito Alessi valorizza l’individualità della persona, la specificità delle differenze e promuove la possibilità di costruire relazioni uniche attraverso la creatività del movimento.

Ne abbiamo parlato anche su Pratosfera

Per info e iscrizioni: 338 3020232
GRATUITO

ore 21.15
Yumiko Yoshioka
Me/moire
Coreografia: Yumiko Yoshioka
Ideazione e Regia: Camilla Giani
Interpreti: Silvia Bennett, Camilla Giani, Margherita Landi
Coproduzione: Compagnia Simona Bucci
Musiche: Samantha Bertoldi, Alberto Gatti
Luci: Gabriele Termine
Con il sostegno di: MIBACT -dip. per lo spettacolo dal Vivo, REGIONE TOSCANA, SPAM! rete per le arti contemporanee

Viviamo creando memoria. La memoria si frammenta, affiora incontrollabilmente o viene richiamata, fa’ di noi ciò che siamo e ciò che saremo. La nostra identità stessa è semplicemente e fragilmente basata sui ricordi: privi della memoria cosa siamo? Un corpo che respira. Ogni volta che un ricordo riaffiora alla mente ritorna con un vestito leggermente diverso, un dettaglio nuovo, un colore più acceso o forse una mutilazione, creando una moltitudine di immagini emotive che ci accompagnano nella vita che aumentano con il passare del tempo, affollando il presente e il futuro. Memoria o illusione?
Tre figure collocate fuori dal tempo creano e vivono queste immagini in mutamento danzando tra universale e particolare. Fuse in un susseguirsi fluido di corpi e forme disegnano luoghi conosciuti e paesaggi primordiali. Saldamente ancorate al corpo come realtà sviluppano una lotta autoironica alla scoperta di un’identità isterica.

Ore 22.15
Fabiola Zecovin
Waiting For Romeo

di e con Fabiola Zecovin

“Noi siamo fatti della materia dei sogni” dichiara Prospero, quando nella fase finale di The tempest, già medita di rinunciare a quei poteri che da sempre ardiscono di dominare il sogno e il mistero che esso ogni notte rivela ai mortali. Ogni onirica rivelazione si stacca dal sostrato di un più fluido e velato esistere, inafferrabile, come l’amore svincolato dalle vicende che il tempo coagula e non di rado inquina. L’amore assoluto, quella panica follia che secondo Omero “ruba il senno anche ai sapienti”, è il materiale che Shakespeare privilegia per costruire le sue storie, trasformando in linguaggio i momenti del dono che, donato, rende felice il donatore.
Shakespeare è grande poeta d’amore, e ne plasma la sostanza creando coreografie di ineffabili gioie miste a tenebrosi abissi di dolore.
La vita è amore che ci sorride attraverso il mare placato, il silenzio dei destini compiuti, la meraviglia delle albe e dei boschi. L’amore è vertigine e sacrificio (Amleto vorrebbe salvare Ofelia dalle inique menzogne del mondo). L’amore è coraggio e tremore, attesa e consolazione, scambio reciproco di sangue e di pensieri.
Giulietta dona a Romeo gli ingredienti della sua anima, fondendo i tempi del desiderio e della nostalgia, e di ogni altra ragione della sua stessa esistenza. Il pensiero si confonde, la parola si nutre dei significati di un linguaggio che è armonia, e che si può solo respirare in un sogno danzante, in una musica che trascende i codici di se stessa.
Ed è allora che la bellezza assoluta può palesarsi in disegnate cadenze, mentre Giulietta danza i suoi palpiti e le sue attese, folle nel presentimento di un personale olocausto al confine tra la vita e la morte. L’armonia del suo silenzioso canto, che solo la danza rende visibile e catartico, è catturata dalla clessidra del tempo. (L’amore è anche attesa, supremo spasimo e supremo sacrificio.)
Ed ecco Giulietta emergere nella sua danza di vita, avviluppata nel suo sogno, ebbra d’amore e di morte. Le movenze della danzatrice promettono e minacciano, nei repentini e inattesi slanci verso gli inesplorati universi dell’amore assoluto.
Ogni istante è un lembo di esistenza donata per sempre, felicità offerta, poi rivelata nella sua essenza, fino all’ultima estenuazione.
Fabiola ci comunica che l’amore della creatura che oggi rivive nel messaggio del suo corpo, è una lunga e dolcissima camminata verso la pace primordiale, verso l’immutabile incanto che l’amore, anche se tanto sublime da risultare talvolta crudele, garantisce a coloro che nobilitano il loro delirio trasformandolo in quella “materia dei sogni” che è possibile sognare solo in un sogno d’ amore”
(Mario Chiarenza)

Domenica 12 Febbraio

ore 18.00
Incontro con Marigia Maggipinto
danzatrice del TanzTheater di Pina Baush
Intervistata da Erica Romano

ore 19.00
Apericena

ore 20.00
The Loom – Movement Factory
A Walk Through Time
Coreografia: Marigia Maggipinto
Danza: Ivana Caffarati, Mariagiulia Da Riva, Clementina Falco,
Virginia Gradi, Francesca Ihle, Paola Leoni, Sara Nesti, Erica Romano.

Il lavoro è una composizione che si è man mano creata e sviluppata nella cornice di un percorso di laboratorio.

Il lavoro di ricerca è basato su domande e temi nei quali abbiamo l’estrema libertà di attingere al magazzino della realtà della vita,delle nostre percezioni, azioni, reazioni, emozioni, dove tutto è legato al quotidiano, alla spontaneità di come siano o ci sentiamo in quel momento.

Ecco un articolo su questo lavoro

Ingresso €5
Posti limitati
Prenotazione consigliata a [email protected] oppure 0574 1836753