Lo scrittore pratese Curzio Malaparte, nome d’arte di Kurt Erich Suckert, moriva a Roma il 19 luglio 1957 e in occasione del 60° anniversario della sua morte, Prato lo celebra con un serie di appuntamenti da non perdere.

“Insieme alla Casa Pia dei Ceppi, la Società filosofica italiana e il Cai abbiamo realizzato un programma di incontri per riscoprire il Malaparte scrittore e personaggio, come già da molti anni fanno in Francia e in altri Paesi”, ha spiegato in conferenza stampa l’assessore alla cultura Simone Mangani.

18 luglio

“Il 18 luglio Adelphi – si legge nella nota – la casa editrice che sta ri-pubblicando tutto Malaparte dopo anni di oblio, sarà ospite della Biblioteca Lazzerini per l’incontro “Un autore, un editore. L’eredità Malaparte”: una conversazione con Matteo Codignola e Cristiano de Majo condotta da Chiara Mannocci.

Matteo Codignola è scrittore, traduttore ed editor, e lavora da molti anni per la Adelphi. Cristiano de Majo, giornalista e scrittore, è caporedattore di Rivista Studio. Ha scritto per la Repubblica, Internazionale, IL Magazine. I due intellettuali dialogheranno con l’appassionata studiosa pratese Chiara Mannocci, che nel suo percorso di ricerca ha approfondito il legame che unisce Malaparte alla letteratura europea del XX secolo.

19 luglio

Il giorno esatto della morte un doppio appuntamento.

Al mattino, si terrà la Passeggiata a Spazzavento: una camminata al mausoleo di Malaparte sul Monte Le Coste, lungo il segnavia CAI n° 10, in collaborazione con il CAI di Prato.

“Malaparte morì a Roma ma dopo una vita errabonda e con una sola, vera, seconda patria – Parigi – fece in modo di tornare nella sua città natale con la quale aveva mantenuto un legame, letteralmente, viscerale”, si legge nella nota.

Il ritrovo è a Villa Filicaia alle 7 per salire a Spazzavento e partecipare alla tradizionale cerimonia della deposizione della corona sulla tomba di Malaparte. Il rientro a Santa Lucia è previsto per le ore 12 circa.

La camminata è resa possibile dalla manutenzione straordinaria operata sul sentiero nel corso di quest’anno e resa possibile dalla collaborazione fra il CAI ed il Comune. “Un ricordo particolare va a Fiorenzo Gei, il presidente del Cai Prato recentemente scomparso – ha sottolineato il vicepresidente Lorenzoni – che insieme ai suoi amici dedicava il suo giorno libero dal lavoro alla ripulitura e alla manutenzione del sentiero per Spazzavento, un’opera che prestava gratuitamente e volontariamente. Anche grazie a lui, insieme al Comune di Prato, oggi il percorso è fruibile da parte di tutti».

Mamma Marcia

La sera dello stesso 19 luglio, la produzione originale di Sandro Veronesi per l’anniversario malapartiano: sul palco della Corte delle Sculture della Lazzerini, lo scrittore terrà la sua lectio magistralis sul testamento spirituale di Malaparte, ovvero su Mamma Marcia, uscito postumo, testo privato e pubblico, letterario e politico, immaginifico e sanguigno.

“Mamma Marcia è un’incompiuta e proprio questa incompiutezza permette di nuotarci dentro liberamente, per trovarvi le perle che contiene ed estrarle direttamente, senza dover sottostare alle sue condizioni – spiega la nota – La lettura ragionata di questo libro è l’oggetto della lectio di Sandro Veronesi, pratese come Malaparte, europeo come Malaparte, che si immedesima nello scrittore mentre assiste impotente a due catastrofi: la vecchia madre pratese che finisce di vivere e la giovane Europa post-bellica che comincia a morire”.

Le iniziative dedicate al poliedrico intellettuale pratese proseguono con due conferenze che si terranno sempre a Palazzo Datini, organizzate in collaborazione con la Casa Pia dei Ceppi e la Sezione di Prato della SFI.

30 giugno

Venerdì 30 giugno alle 21 Giuseppe Panella, docente della Scuola Normale Superiore di Pisa, parlerà delle categorie estetiche di Malaparte nell’incontro dal titolo “Lo choc, l’orrore, il surreale“. “Nel suo libro del 2015 dedicato all’estetica dello choc in Malaparte – spiega la nota – Panella cerca di dimostrare come al centro della produzione malapartiana vi siano una serie di concetti estetici che non appartengono alla dimensione tradizionale del Bello ma che da essa si distanziano notevolmente. Partendo dalla categoria centrale del Sublime, si possono infatti rintracciare alcune nozioni come l’Orrore o lo Spaventoso o il Grottesco che da esso derivano attraverso la mediazione di autori e correnti letterarie”. “L’obiettivo è mettere in evidenza lo spessore di Malaparte come intellettuale europeo – dice il professor Panella – È stato uno degli autori che ha saputo descrivere nelle sue opere il disagio intellettuale ed esistenziale del Novecento. Era un intellettuale vero, testimone eccezionale della sua epoca e della cultura non solo italiana, ma europea”.

14 luglio

L’ultimo incontro a Palazzo Datini si terrà venerdì 14 luglio, sempre alle 21, e vedrà protagonista Walter Bernardi che parlerà di Malaparte fra Coppi e Bartali. Un mito letterario del Novecento sui pedali. Malaparte amava infatti il ciclismo e considerava la bicicletta un mezzo di locomozione privilegiato. I suoi reportages su Coppi e Bartali rappresentano ancora oggi un modello di ricerca antropologica sul campo. Walter Bernardi, autore di un testo popfilosofico proprio sulla bicicletta e la sua tensione umana e conoscitiva ( La filosofia va in bicicletta, Ediciclo), è la persona più adatta a cogliere Malaparte sotto questa sua inedita angolatura descrittiva e umana. “Ospitare i tre incontri nella preziosa cornice di Palazzo Datini significa in qualche modo mettere insieme due personaggi simbolo della nostra città, – spiega Bernardi – fieri dei propri natali ma proiettati in un orizzonte europeo. Ma alla fine della loro vita, dopo tanti viaggi e tante esperienze all’estero, hanno scelto di essere sepolti a Prato. Malaparte aveva un amore particolare per la bicicletta e il suo annuncio della traversata degli Stati Uniti su due ruote, addirittura con una fantomatica sponsorizzazione da parte della Coca Cola, fu una boutade a cui la stampa di quegli anni dedicò ampio spazio”.

La mostra

Da oggi, 22 giugno, al 31 luglio, nelle vetrine espositive della Lazzerini sarà allestita la mostra bibliografica “Il profumo dei testi: le prime cento parole delle opere di Curzio Malaparte” che si propone di seguire il multiforme percorso creativo dello scrittore pratese, dalle sue prime prove letterarie fino alle più recenti edizioni di inediti e alle ristampe straniere, testimonianza di un successo, non solo nazionale, che appare senza tempo, in maniera quasi inesplicabile se solo si pensa a come siano stati presto dimenticati vari “pezzi forti” del nostro Novecento letterario.

“I libri malapartiani, esposti in ordine cronologico – si legge nella nota – vanno da Viva Caporetto! del 1921 fino a Il compagno di viaggio, progetto di romanzo e poi soggetto per un film che Malaparte non poté girare a causa della malattia, inedito in volume fino al 2007. Molte opere sono esposte nella prima edizione e provengono tutte dalle collezioni della Biblioteca comunale”.

Ognuno degli oltre trenta volumi malapartiani è accompagnato dalla trascrizione delle prime cento parole del testo, un modo per entrare subito “dentro” l’opera, scoprendone nello stesso momento l’argomento, il tono, lo stile. La mostra è curata da Stefano Franceschini, con la collaborazione di Marco Calamai, Roberto Poggiolini e Gianna Salemi

Accanto ai libri di Malaparte scorrono le immagini del classico video documentario Prato come me: atmosfere malapartiane, promosso e realizzato nel 2007 dall’Amministrazione comunale, dal Museo del Tessuto e dalla Rai.