Noi non lo sapevamo che l’importanza di una città si misura in grattacieli, perché da noi si misura in chiese, castelli, piatti tipici; noi non lo sapevamo che esiste una società multiculturale perennemente organizzata e sorridente, dove la gente ti ferma per strada se vede che ti sei perso; noi non lo sapevamo che esistono gli indigeni, conformizzati, emarginati e silenziosi, perché da noi gli indigeni siamo noi; noi non lo sapevamo che oltre l’Atlantico ci sono migliaia di italiani che cinquant’anni fa fuggirono dall’altra parte del mondo per fare i muratori a venti sotto zero, per sentirsi dire: “maledetti italiani ci rubate il lavoro”, per vivere una vita di nostalgia e poi dire a ottant’anni in un dialetto del nord :”l’Italia è bellissima, ma qui ho avuto tutto e ormai è casa mia.” Noi non lo sapevamo e anche se i fast food, le belle macchine e i palazzi nuovi ci hanno fatto quasi scordare di essere alle falde dell’artico, ora lo sappiamo e speriamo di ricordarcelo quando torneremo a casa.