Che piaccia o meno, oggi l’hip hop è ovunque, anche in Italia, anche a Prato e zone limitrofe. Serate, produzioni musicali, dj, mc, rapper, skater: una cultura nata nei ghetti americani ormai 40 anni fa che sta prendendo piede e si modella sui nostri quartieri, nelle nostre strade e nei nostri locali. Una moda passeggera? Uno stile? Il dibattito è più che mai acceso.

Per fare un po’ di chiarezza e un punto su questo movimento, abbiamo deciso di rivolgersi a Mario Rossi, che da anni ascolta musica, lavora e collabora in svariati modi per supportare “la scena” underground in zona: eventi, jam, video, produzioni. La sua ultima impresa lo vede in consolle col progetto HeadBangerzl’headbanging è il movimento della testa a tempo di musica – da cui è nata una serata che si chiama FLEX, dove si miscelano artisti emergenti al microfono e djset. Il prossimo appuntamento sarà al Capanno Black venerdì 2 febbraio dalle ore 23.

“Credo prima di tutto – racconta – che ci sia da fare una distinzione tra chi ascolta questa musica e chi vive questa cultura. Senza offesa per nessuno, ma oggi c’è chi la fa, chi la supporta, chi fortunatamente l’ascolta e chi purtroppo la usa. Ci sono tante serate in zona che parlano di ‘real‘ hip hop, senza neanche conoscere la sua storia: dispiace perché in tanti si avvicinano a questo genere ultimamente e sarebbe un vero peccato che non venga scoperta la vera mentalità che ci sta dietro”. L’idea di FLEX nasce da questo, un po’ come una sfida: proporre una serata di qualità per appassionati del genere, ma anche solo curiosi, “riuscendo a toccare vari stili dell’hip hop dal giorno uno fino ai nostri. Siamo stufi di chi sfrutta questa cultura e abbiamo deciso di portare e rilanciare il nostro messaggio come dj. Un amico cantava che “è Hip Hop solo quando rappresenti” aveva ragione e abbiamo accettato”.

Breaking, Djing, MCing, Writing (e per molti anche il Beatboxing): ecco le discipline che danno vita all’Hip Hop, ieri e oggi, tra vecchia scuola e nuove tendenze. Che succede dalle nostre parti? Ce lo racconta Mario Rossi.

Il Breaking

“Si tratta della parte relativa al ballo, spinto e supportato dai B.Boys, partendo dal presupposto che penso il vero B.Boy sia un personaggio in via d’estinzione. Un tempo supportavano tutte le serate e proprio loro aprivano la maggior parte degli eventi. Per molti della vecchia scuola senza cerchio – all’interno del quale esibirsi – non si cominciava. Nel 2018 molti ballerini senza cachet non si muovono: capisco il rimborso spese per certe serate dove loro stessi vengono usati per fare uno show, ma non ci dimentichiamo che il breaking è cominciato ballando per strada su cartoni solo per lanciare un messaggio, il vero B.Boy ha bisogno di sfogarsi. Fortunatamente in Toscana abbiamo personaggi che dagli anni ’90 supportano e spingono il vero, rappresentando nei vari contest l’Italia nel mondo, creando eventi, insegnando e con in tasca un’infinità di storie da raccontare, grazie a loro ci sono anche tanti nuovi b.boys che fortunatamente non vedono l’hiphop come un lavoro”

Il DJing

“Ci sono molti bravi Dj in zona che sanno e rispettano quello che suonano, rispettando le origini di questa musica, proponendo una ricerca del flow, suonando sì quello che la pista vuole, ma mettendo all’interno della serata una propria personalità musicale. Tanti altri no, hanno la playlist già pronta suonano quei cento pezzi che fanno ballare le persone. Risultato? Un prodotto senza anima che sta uccidendo le serate hip hop”.

Gli MC

“L’MC – Master of Ceremonies, Maestro di Cerimonie – è una cosa, il Rapper è un’altra storia. In Toscana come in tutto il mondo ci sono tanti rapper ma pochi Mc: l’Mc sa gestire un palco, sa improvvisare, ha flow, ma sopratutto invoglia al ragionamento. Come dicono in molti, non serve saper cantare per fare rap, aggiungo io, basterebbe un testo, spesso. RAP vuol dire “Riddim And Poetry” in italiano “Ritmo E Poesia”: è accettabile fare rap su basi più elettroniche o addirittura trap se vi piace, ma non dimentichiamo la POESIA. Senza un messaggio da lasciare i testi di oggi sono solo un’insieme di parole. Molto spesso dimentichiamo che l’hip hop è una musica di ribellione. La Toscana oggi è piena di Mc e Rapper sparsi in crew: è una regione che offre un sacco di stili diversi, non per questo non ha i suoi king, basta cercarli bene e spesso seguire la scena più ‘undreground’, ma spesso nei locali ci si limita a chiamare il nome più noto da fuori”.

Il Writing

“Uno stile che si è perso: purtroppo questa città non ci aiuta. Conosco un sacco di ragazzi che hanno davvero un talento pazzesco con uno spray in mano, il problema è che per molti se usi i pennelli sei un artista, se usi le bombolette chiamano la polizia. Prato ha detto la sua negli anni 90, le varie stazioni portano ancora le tag di molti vecchi B.Boys, c’è bisogno che Prato creda e spinga anche in questi talenti perché all’estero in tanti fanno i Writers di lavoro”.

Il Beatboxing

“Chi si crea beat in studio da solo: i ragazzi che improvvisano una base senza strumenti sfruttando fiato e polmoni dando la possibilità ai B.Boys di ballare e ai Rapper di cantare: in questi anni alle varie Jam ne ho sentiti di davvero bravi, chi fa Beatbox ha tutto il mio rispetto”.

Esiste una scena pratese? “Assolutamente sì! Prato ma come Pistoia, Firenze, Grosseto, il Valdarno, Viareggio, ha i suoi rapper più o meno validi. Sparsi in collina o ‘nascosti’ in città ci sono ragazzi e ragazze davvero bravi. Sinceramente vorrei evitare di fare nomi proprio perché sono tanti e con stili diversi. Prato offre artisti e b.boys che spingono dagli anni 90, li riconosci perché sono quelli che amano il boom bap! ma ci sono anche ragazzi che si sono avvicinati a questa cultura in questi anni viaggiando su basi trap, c’è chi fa freestyle, e c’è anche qualche Mc. Ho visto battle durare più di 40 minuti: la scena c’è e per farvi un esempio vi lascio questo esempio: si tratta del progetto ‘Mc D.O.C. (MC Di Origine Controllata)’, racchiude quella che è la scena Toscana nei vari anni. Questa è l’edizione numero due del 2013, ci sono più i 40 rapper validissimi, nel volume 3 del 2015 oltre 90. Buon ascolto”.