La trap a chilometro zero. Che piaccia o meno, è il genere che sta spopolando oggi anche in Italia (con un po’ di ritardo rispetto al resto dei mercati musicali esteri): nato da una costola dell’hip hop, questo sottogenere ha conosciuto un successo diffuso negli ultimi anni e si sta strutturando e diffondendo sempre più anche a Prato.

Premessa per i neofiti della trap: in slang americano la parola “trap” indica il luogo in cui avviene lo spaccio di droga. Le basi hanno un ritmo più dilatato e privo del tradizionale andamento incalzante del rap. La velocità dei colpi sull’hi-hat e l’uso stratificato dei sintetizzatori sono caratteristiche di questo genere. Quanto all’interpretazione vocale, solitamente è più rilassata e procede con un andamento ipnotico, per quanto restino fondamentali metrica e rime, come nell’hip hop.

Anche a Prato c’è una nuova generazione di giovani artisti – nati spesso dopo la seconda metà degli anni novanta – determinati a farsi strada sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia e dai social, spesso attraverso video auto-prodotti. I più seguiti oggi in Italia sono Ghali, Dark Polo Gang, Sfera Ebbasta, ma è facile perdersi trai nomi navigando random tra Youtube e Spotify: oltre a raccogliere milioni di views, è un genere che frutta e fa girare tanti soldi, tra dischi e serate.

Ecco allora un piccolo censimento della “scena trap pratese. Difficili da scovare tra Facebook e Instagram: alcuni davvero validi per gli appassionati del genere, altri un po’ meno: producono e registrano le loro canzoni tra le case popolari e i quartieri della città, in studio o in cameretta, cercando di raccontare il disagio di una generazione nella propria città. Organizzano serate live, con dj e open mic: un fenomeno che si diffonde a macchia d’olio per le vie, da Piazza Mercatale al Villaggio. Noi vi segnaliamo quelli che vale la pena di conoscere, per storia o produzioni sparse nella rete. Sono giovanissimi e hanno attorno giovani produttori, videomaker: una piccola comunità di pratesi che cerca di comunicare qualcosa e magari un giorno avere successo.

MALACALLE
I più crudi di tutti a Prato: nelle loro tracce si parla di scene di vita di strada, tra le case popolari di Narnali e il carcere La Dogaia: giovanissimi, LVRAP, LOWCA e SINI bravissimi nel creare rime taglienti. Il loro disco “Itraplian” è stato registrato e prodotto in casa: è in freedownload. La loro hit è sicuramente “Chinatown” di cui citiamo solo un verso: “vuoi sapere chi si salva? chi si adatta a tutto questo”.

DVLHS
Altro collettivo pratese sempre con brani ben realizzati (spesso prodotti dal DDR Studio, che ha un ruolo importante nelle ultime uscite trap in città). DVLHS sono Gab e Joung M: loro arrivano da un altro quartiere popolare, il Villaggio. L’ultimo loro brano si intitola 0574, il prefisso pratese: l’esigenza di identificarsi in quattro numeri e in una città. Sound molto aggressivo, tra beat pieni di bassi profondi ed un contenuto esplicito: “Chiama quel prefisso sai chi siamo, siamo 0574”.

GRINTA
Uno dei più produttivi in città: butta fuori un pezzo al mese. Grandi rime, grandi basi, ben prodotte. Lo avevamo notato già tre anni fa quando si faceva chiamare “J el Gri”, sound old school ma già c’era del talento. Da allora è cresciuto tanto sia nello stile che nei pezzi. “Ogni giorno è impegnativo, per questo motivo io non mi accontento”.

BLANK
Di lui sappiamo davvero poco, se non quello che è stato pubblicato su youtube. Giovanissimo, il ragazzo si farà: “mi chiami Blankino ma non sai chi sono, mettiti in ginocchio e poi chiedi perdono”, come canta lui.

MACOS
Forse loro di strada ne hanno vista davvero poca, ma sono i più “swag” in città (o gli piace giocare a fare gli swag): tanti soldi, belle macchine e donne, un po’ troppi clichè, forse. Si sono fatti conoscere con la loro “Margiela”, ora hanno pubblicato “Daddy”.

DARKO
Forse lui non è un vero e proprio “trapper”, ha rime e basi più hip hop anni zero, ma visto siamo a censire un’ipotetica scena, è giusto citarlo, visto la qualità dei suoi prodotti musicali. Classe 1997, davvero bravo: ha pubblicato da poche settimane “Welcome”. “Lo faccio per la gente mia, per chi vuole andare via da sto schifo di città che ti porta via l’energia”.

N.B. Se ci siamo dimenticati di qualcuno, chiediamo scusa, ma è stato davvero complicato “geolocalizzare” i tanti che pubblicano musica sul web. Se vi interessa farvi conoscere, mandateci il vostro materiale e saremo pronti a valutarlo.