Entrando alla FLOG per il concerto de Lo Stato Sociale si ha la sensazione che questo gruppo sia riuscito a far breccia in un numero sempre crescente di persone. Più l’orario di inizio del concerto si avvicinava, più sotto al palco le persone aumentavano: il sold out delle prevendite prima e dei biglietti disponibili all’entrata poi confermeranno poi questa impressione.

In apertura i Magellano preparano la scena a suon di ritmi hip – hop ed electro, iniziando a scaldare il giovane (molto giovane) pubblico presente in sala che attendeva con ansia i propri beniamini. Infatti subito dopo l’esibizione dei Magellano si levano fischi, urla e cori nei confronti de Lo Stato Sociale: il gruppo non si fa attendere molto ed appare sul palco per dare il via allo show. Dico show e non concerto perché la musica è si l’attrice principale dell’evento, ma sul palco si alternano schetches fra i membri del gruppo, siparietti teatrali e discorsi che spaziano dall’autoironia ad i ringraziamenti al pubblico, da Giovanardi a Stefano Cucchi.

Quando vengono toccati questi ultimi argomenti i ragazzi e le ragazze ascoltano attentamente, applaudendo per approvazione, con qualcuno che alza anche il pugno in aria: in alcuni momenti sembrava di stare ad un concerto dei Modena City Ramblers o di qualche altro gruppo di questo livello.

Tornando a parlare di musica, nelle circa due ore di concerto viene riproposto quasi per intero il loro secondo album “L’Italia peggiore”, completando il tutto con brani da “Turisti della democrazia”, album che li ha lanciati e fatti conoscere.
Avendo partecipato ai concerti del vecchio tour in più di una data, mi sento di dire che sia per impressione personale, sia osservando le reazioni del pubblico, le canzoni del primo disco risultano più coinvolgenti, più ballate e più cantate rispetto a quelle del nuovo. Infatti i momenti migliori del concerto sono stati su “Abbiamo vinto la guerra”, “Cromosomi”, “Mi sono rotto il cazzo” e “Amore ai tempi dell’Ikea”, dove Pernazza dei Magellano torna sul palco per cantare insieme al gruppo.
Riguardo i nuovi brani, i migliori come resa live risultano “Io, te e Carlo Marx”, “Questo è un grande paese” sul quale la band riprende l’idea del precedente tour, inscenando un balletto sul ritornello, “La musica non è una cosa seria” e “Linea 30”, in stile Offlaga Disco Pax.

Il resto passa, piacevolmente, fra frasi /citazioni da social network e un “lalalalalalla”, con ragazzi e ragazze che ballano, pogano e sono più che contenti di partecipare: per il loro modo di fare musica, assistere ad un concerto de Lo Stato Sociale e non sentirsene parte è quasi impossiile.
Il gruppo rispetto al periodo di “Turisti della democrazia” ha acquisito più esperienza e consapevolezza, oltre ad essere riuscito ad attrarre sempre più persone ad i loro live: in questo tour autunnale sono stati registrati sold out all’Atlantico di Roma e all’Alcatraz di Milano (luoghi dove suonano gruppi di caratura maggiore), per un totale (ad oggi 13/12/14) di 12 date sold out consecutive.

Questi ragazzi la loro guerra l’hanno vinta, hanno vinto la pace, portano il vino e lo condividono figuratamente con il loro pubblico: questo gli ha permesso di avere sempre più considerazione, riuscendo, anche senza pubblicità sui grandi media e sui grossi network, a fidelizzare i propri fans e a consolidare numeri che l’ “Indie” italiano non aveva mai raggiunto.