Intorno alla fabbrica del Duomo di Prato presero forma imprese memorabili, da annoverare fra gli episodi più singolari e affascinanti del primo Rinascimento, grazie ad artisti di prima grandezza. La mostra Da Donatello a Lippi. Officina Pratese , dal 13 settembre farà rivivere come mai prima era successo questo momento straordinario della storia dell’arte del Quattrocento, con opere in prestito da musei di tutto il mondo, e segnerà nel modo più significativo la tanto attesa riapertura del Museo di Palazzo Pretorio. Ma ecco qualche anticipazione sulle sette sezioni in cui la mostra sarà articolata.
lippiLa prima sezione è dedicata a Donatello, chiamato nel 1428 a realizzare il pulpito per l’ostensione della Sacra Cintola: in evidenza l’affascinante tabernacolo in terracotta (collezione del Museo di Palazzo Pretorio), attribuito solo in tempi recenti alla sua produzione giovanile. La seconda è una piccola e preziosa mostra monografica dedicata alla giovinezza del “leggiadro e capriccioso ingegno” (Vasari) di Paolo Uccello, al tempo in cui lavorò agli affreschi della cappella dell’Assunta in Duomo, cioè negli anni Trenta del Quattrocento. Oltre a due sinopie recentemente recuperate sotto gli affreschi della cattedrale, vi spiccano le tavole provenienti da Oxford, Melbourne e Karlsruhe. Opere di grande bellezza, che evidenziano da una parte la persistenza di preziosismi e linee eleganti di gusto tardogotico, dall’altra una nuova e più realistica capacità narrativa, congiunta all’elaborazione di ardite costruzioni spaziali fino allora mai sperimentate. Agli affreschi di Paolo Uccello è collegata la pala che domina la terza sezione, proveniente anch’essa dalla cappella dell’Assunta e ora conservata a Dublino, ricongiunta in occasione della mostra alla sua predella. All’esecuzione collaborarono probabilmente Zanobi Strozzi e Domenico di Michelino, dei quali la mostra presenta alcune opere, provenienti anche da Strasburgo e Dublino
Cuore di Officina Pratese è la quarta sezione dedicata a Fra Filippo Lippi, che negli affreschi della cappella Maggiore del Duomo, fra il 1452 e il 1466, raggiunse uno dei suoi esiti più alti. Un primo gruppo di piccole tavole (in arrivo anche da Newark, Washington e Londra) illustra la profonda riflessione dell’artista sul tema del rapporto madre–figlio e si lega perfettamente a un’aggraziata Madonna col Bambino di Luca della Robbia. Seguono alcuni eccezionali capolavori della maturità, come la Natività ‘di Annalena’ e il Tondo Bartolini, che dialogano con alcune delle opere pratesi più belle, quali la Madonna del Ceppo, le Esequie di San Girolamo e la Natività.La quinta e sesta sezione rendono omaggio ai due principali allievi di Filippo Lippi: il Maestro della Natività di Castello, da identificare forse con Piero di Lorenzo di Pratese, e Fra Diamante. Del primo spicca la pala di Faltugnano, riunita eccezionalmente alla sua predella spartita fra Londra e Philadelphia, ma anche una Madonna con bambino proveniente dal Louvre (la sezione ospita anche pregevoli opere di Antonio Rossellino e Maso di Bartolomeo). Fra Diamante è il protagonista della sesta sezione: alla Madonna della Cintola, ideata da Filippo e alla cui realizzazione egli collaborò, sono accostati lavori autonomi come la splendida pala di Budapest. Infine, la settima sezione è dedicata a Filippino Lippi. Comprende anche un Crocifisso del Botticelli, che fu allievo di Filippo e svolse un ruolo importante nella formazione del figlio e due opere pratesi, vibranti di pathos, degli anni finali di Filippino: lo straordinario tabernacolo del Mercatale e la pala dell’Udienza. Info:www.officinapratese.com

Fonte: Comunicato stampa