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Quest’anno a Certaldo si festeggia il settecentesimo anniversario della nascita di Giovanni Boccaccio (quello del Decameron, per intenderci ndr). Per l’occasione sono stati organizzati decine e decine di eventi, mostre, visite guidate e iniziative di altro tipo (sul sito Boccaccio2013 tutto il dettaglio) che hanno trovato il supporto di una lunga lista di sponsor e patrocini.

Nei giorni scorsi Boccaccio 2013 è però finita sui giornali per una foto, scattata dalla pratese Rebecca Ihle, che ha suscitato scalpore e polemiche.

 A dare il via a tutto è stato un durissimo attacco del Fatto Quotidiano, dove l’articolo  “Cultura per la Toscana: Boccaccio non basta, ci vogliono le squinzie” di Anna Luppi fa letteralmente a pezzi non solo il concept e la foto ma pure l’assessore regionale Scaletti; e poi sul Tirreno, che ha ripreso la polemica nell’articolo “Manifesto con ragazze seminude, è polemica a Certaldo” aggiungendovi, in chiusura che i commenti negativi provengono soprattutto da un gruppo di persone che ha collaborato in passato con il centro giovani di Certaldo.
AGG.: 19/08/2013. A dare il via a tutto, con “Donne utilizzate con un nudo artistico per promuovere il settimo centenario di Boccaccio: sul web è polemica“, è stato GoNews (come ci ha ricordato Giacomo Bertelli nei commenti), seguito a ruota dal Tirreno di Empoli con “Manifesto con ragazze seminude, è polemica a Certaldo“, per sbarcare poi sul panorama nazionale grazie al durissimo attacco del Fatto Quotidiano, dove l’articolo  “Cultura per la Toscana: Boccaccio non basta, ci vogliono le squinzie” di Anna Luppi fa letteralmente a pezzi non solo il concept e la foto in questione ma pure l’assessore regionale Scaletti. E poi su Facebook, dove la discussione, molto colorita, si è concentrata soprattutto sul se questa foto fosse arte o meno.

Rebecca Ihle, dopo aver frequentato l’istuto d’arte di Montemurlo, si è laureata all’Accademia delle Belle Arti di Firenze e per Boccaccio 2013 ha realizzato non solo la foto ma anche concepito e creato i costumi delle “ninfe” e il loro trucco. Sopratutto, alle polemiche non presta troppa attenzione.

“Certo – risponde – poteva bastare anche una miniatura per rappresentare il “Ninfale Fiesolano”, ma questa immagine, così come le altre, ci sono state ispirate dal Decameron, sono cioè una nostra personale interpretazione. E come tali possono piacere o non piacere: è una cosa normale”.

Il centro giovani “I Macelli” ha realizzato la foto come terzo capitolo di un progetto chiamato “Boccaccesco 700 – Arte Urbana”, dove per arte urbana si è inteso creare immagini per pubbliche affissioni, e la foto prende ispirazione dal sonetto “Ninfale Fiesolano” (le altre due sono state tratte dal Proemio del Decameron e dall’Elegia di Madonna Fiammetta), dove si racconta dell’amore immediato che la giovanissima ninfa Mensola suscita nel pastore Africo che la vede per la prima volta.

“Il progetto iniziale – si legge tra le altre cose sul sito Boccaccio 2013 – basato sui presupposti di creatività giovanile e arte urbana applicati alla rivisitazione artistica contemporanea dell’opera di Boccaccio, è stato finanziato dal Comune di Certaldo ed ha avuto un contributo, assieme ad altri progetti, dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, entrando a far parte dell’insieme dei progetti artistici ufficiali del VII Centenario”.

Ecco invece il quadro del “Ninfale Fiesolano” da cui ha tratto ispirazione il concept della foto.

20.
Cosí a sedere tutte quante intorno
si poson alla fonte chiara e bella,
ed una ninfa, sanza far sogiorno,
si levò ritta, leggiadretta e snella,
ed a sonar incominciò un corno
perch’ognuna tacesse: e poi, quand’ella
ebbe sonato, a seder si fu posta,
aspettando di Dïana la proposta.

26.
Africo, stante costoro ascoltando,
fra l’altre una ninfa agli occhi li corse,
la qual alquanto nel viso mirando,
sentí ch’Amor per lei il cor gli morse
sí, che gli fe’ sentir, già sospirando,
le fiaccole amorose: ché gli porse
un sí dolce disio, che già saziare
non si potea, della ninfa mirare.