In questi giorni il Contemporanea Festival è in pieno svolgimento e noi, fedeli al vecchio adagio “Vox Populi eccetera”, ci siamo appostati all’uscita del Fabbricone dopo alcuni dei suddetti spettacoli per chiedere ai pratesi che cosa pensavano di ciò che avevano appena visto. Il risultato? Leggetelo qui sotto.

PREMESSA 1: gli spettatori intervistati sono stati scelti assolutamente A CASO, e qui vi dovete fidare. Abbiamo cercato di evitare il più possibile teatranti, addetti ai lavori, giornalisti, amici delle compagnie. Ovviamente, e come già detto, le categorie in questione compongono un’ elevatissima percentuale del pubblico del teatro di ricerca, quindi è possibile che a volte questa premura non abbia avuto buon esito. Per garantire la sincerità, abbiamo promesso l’anonimato (è un brutto concetto, sì, ma ahi quanto è vero): l’intervistato sarà identificato solo da età e sesso.

PREMESSA 2: per ogni spettacolo “recensito” dal Populi, RidottOperatori riassumerà brevemente, a uso e consumo del lettore, lo svolgimento della performance in un breve e volutamente asettico cappelletto introduttivo.

SPOILER ALERT!
Alcuni dei seguenti commenti potrebbero riguardare passaggi chiave o finali degli spettacoli. Se non volete saperne, smettete di leggere subito.

E ora, a voi la parola.

ZACHES “MAL BIANCO”. Tre danzatrici/performer immerse in un inquietante quadratura bianca con doppio velo di tulle, eseguono su musiche originali delle azioni/sequenze/coreografie, spesso indossando maschere che ne alterano le fisionomie. Le luci sottolineano o negano la visione allo spettatore (anche grazie agli effetti creati dai veli).

mal biancoFEMMINA, 25 ANNI : Mi sono piaciute molto le immagini, ma il resto mi ha lasciata perplessa. Mi ha aspettavo più danza effettiva, più movimento. Comunque meravigliosi i “fermo-immagine”.

MASCHIO, 29 ANNI : Bellissima la luce bianca, la musica, la tenda… la musica soprattutto. Da ignorante mi aspettavo più danza, in uno spettacolo di danza. Come concetto bellissimo, però poca azione.

MASCHIO, 5 ANNI: C’erano delle danze, ma io non le conosco… boh. Non parlavano mai, allora non so come dire! E’ bello o brutto? Boh! Non parlavano!

MASCHIO, 39 ANNI : Mi hanno trasmesso molta angoscia… ma sono immagini senza nesso logico, e io faccio un po’ fatica a trovare un filo conduttore in questi casi… immagini potentissime, ma lasciano sensazioni generiche che non saprei ricostruire bene. Molta angoscia.

FEMMINA, 34 ANNI : Mi è piaciuto tantissimo… è la seconda volta che me lo rivedo! Le immagini sono meravigliose, il percorso da UNO a TRE è uno sviluppo interessante (si riferisce al numero di performer attive in scena, NDR), ti crea uno spazio interiore. E’ tutto un vedere / non vedere: grazie ai veli e alle maschere, utilizzate benissimo!

TEATRO SOTTERRANEO “BE LEGEND! Daimon Project”. Sara e Claudio sono i narratori di tre infanzie eccellenti: Adolf Hitler, Giovanna D’Arco, Amleto Principe di Danimarca. I personaggi in questione sono interpretati da bambini di 9 anni (di volta in volta istruiti dal Teatro Sotterraneo) che interagiscono con i performer, gli oggetti (soprattutto una casetta giocattolo dalla quale entra ed esce di tutto), le videoproiezioni.

teatrosotterraneo_7MASCHIO, 35 ANNI : Molto bello, molto bello. Mi ha colpito il fatto che il pubblico ha “ucciso” il bambino Hitler dopo un secondo (si riferisce alla scena finale della parte dedicata a Adolf Hitler: il Teatro Sotterraneo domanda al pubblico se vorrebbe uccidere il bambino da piccolo per evitare le stragi che egli causerà, ponendo lo spettatore davanti a una scelta etica evidentemente complessa. Per onor di cronaca, i nostri avevano già usato questo stesso meccanismo in un loro precedente spettacolo, NDR). Comunque bello, me lo aspettavo, avevo letto cose su di loro che sono state ampiamente confermate.

FEMMINA, 50 ANNI: Divertente.

FEMMINA, 28 ANNI : Ci devo un po’ riflettere… comunque mi è piaciuto, è una compagnia che adoro, mi hanno dato delle forti emozioni, soprattutto nella parte di Amleto. I bambini sono stati spettacolari. E Claudio e Sara in scena sono meravigliosi, riescono sempre a stupirmi.

MASCHIO, 32 ANNI: Geniale. Geniale. Inconsueto, anche se avevo già visto tutti i loro spettacoli. Grandi aspettative… tutte soddisfatte.

FEMMINA, 31 ANNI : Sorprendente… ma non troppo: ti dà la sicurezza di capire il meccanismo scenico, ma non lo dico in senso negativo, eh! Mi è piaciuta questa cosa: perchè rende lo spettacolo sorprendente ma non delirante!

FEMMINA, 30 ANNI : Mi è piaciuto molto. I bambini sono bravissimi… ma sapete se prendono sempre i soliti o cambiano? (credo li cambino, NDR) No, perchè questi tre son proprio bravi, io li terrei!

MASCHIO, 28 ANNI : No, no, non mi è piaciuto. La forma per la prima scena va bene. Anzi, efficace, divertente… ma poi la seconda e la terza sono ripetitive. Insomma, le tre scene son tutte uguali! E poi mi sarebbe piaciuta un’attualizzazione: che so, l’infanzia di uno dei Lehman Brothers, che ci hanno condotto a questa situazione di crisi… non solo personaggi storici iperconosciuti, ma anche altre situazioni, ecco.

CODICE IVAN “MUORI”. I tre performer di Codice Ivan portano in scena il loro concetto di “morte”. Leonardo scrive su un laptop frasi evocative che vengono proiettate in diretta sullo schermo/fondale; Benno corre, salta, rotola nella fascia centrale dello spazio fino -letteralmente- a sfinirsi; Anna compone il suo personale tumulo ovvero tomba mentre riprende varie azioni con una microcamera: tali azioni verranno poi proiettate nel finale dello spettacolo.

Fcodiceivan_6EMMINA, 30 ANNI : No, no, non ci siamo. Non ci siamo. Mi sarei alzata subito.

MASCHIO, 62 ANNI : Mah… c’è qualche cosa all’inizio che non mi convince. Dopo l’angoscia del pianto, e questi flash… (si riferisce a una sorta di “intro” dello spettacolo, in cui Anna, accasciata a terra al buio, piange disperata, e gli altri performer compaiono all’improvviso nei bui, NDR)… molto belllo, poi però è come se lo spettacolo si fermasse per un po’. Dopo si sviluppa, eh, e arriva dove deve arrivare… però quel fermarsi lì mi è sembrato davvero strano.

MASCHIO, 29 ANNI : Trovo questo spettacolo un po’ fine a sé stesso, non passa emozioni, è un esercizio di stile tutto loro… un loro sforzo fine a sé stesso.

FEMMINA, 36 ANNI : Non mi ha suscitato né un pensiero né un’ emozione. E mi sono prima annoiata, e poi anche un po’ incazzata.

MASCHIO, 28 ANNI: Mi è piaciuto molto. Un linguaggio comprensibile a tutti… ma anche sperimentale. Estroso. Un’ottima rappresentazione della vita e della morte.

FEMMINA, 34 ANNI : E’ molto bella la fine, mentre l’inizio non ingrana… stanca. Però quando si spengono le luci e inizia la videoproiezione mi è piaciuto molto.

FEMMINA 31 ANNI : Volevo morire. Forse quindi lo spettacolo ha funzionato, no?

RidottOperatori assicura che nessuno spettatore è stato maltrattato durante la lavorazione di questo articolo.
Ogni riferimento a fatti, persone, spettacoli è puramente effettivo.