Sul “Venerdì di Repubblica” nelle edicole oggi, si torna a parlare di Prato e in dettaglio di “Fortunatamente vendo ai cinesi”, convegno sui consumatori cinesi a Prato che una decina di giorni fa ha generato non poche polemiche.

Ne scrive Riccardo Staglianò, giornalista autore di “I cinesi non muoiono mai” presente al convegno, titolando il pezzo “Per fortuna vendo ai cinesi. O dei paradossi pratesi”.

Un convegno dal titolo “Fortunatamente vendo ai cinesi” è suonato come una bestemmia in chiesa (e infatti l’ha voluto la Regione, sfidando la giunta locale).

Un pezzo in cui tra le altre cose, Staglianò racconta all’Italia il contrastato rapporto di Prato con la sua comunità cinese prendendo ad esempio proprio il sindaco Roberto Cenni, “imprenditore che denunciava il furto di lavoro di cui sarebbero stati responsabili (i cinesi ndr), salvo poi delocalizzare il Cina” , e l’assessore Aldo Milone, “Peccato che invece Milone, che in tv ne lamentava l’invasione immobiliare, abbia a sua volta entusiasticamente venduto loro la villetta“. Leggi il resto dell’articolo.

Nel convegno sono stati presentati i risultati di uno studio intitolato “Vendere e Comprare”, realizzato dai ricercatori Fabio Berti, Valentina Pedone e Andrea Valzania che per conto dell’Università di Siena, le cui tesi erano queste, secondo quanto riportato dal Tirreno:

1) L’Italia non è più la terra promessa dei cinesi dello Zhejiang, visto che quando tornano in patria si vedono presi in giro perché se ne sono andati proprio quando in Cina le cose cominciavano ad andare bene; 2)  Chi non ce l’ha fatta con le confezioni, ha cercato di aprire negozi 3) I cinesi sono consumatori anticiclici e anche in momenti di crisi come questo non rinunciano agli acquisti. 4) Da qui la tendenza ad un maggiore radicamento al territorio, ad una maggiore visibilità social e all’intereazione con gli italiani. Leggi il resto sul Tirreno.