Prima che arrivassero gli orologi l’ora legale non c’era. Chiaro, direte voi. Dal mondo contadino (che rappresentavano la maggioranza della popolazione nelle moderne civiltà industrializzate) veniva dettato l’organizzazione della giornata: la mattina ci si alzava quando c’era l’alba, seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera e ritardo in autunno. Il primo che pensò all’idea di ora legale fu Benjamin Franklin che, già nel 1784, sotto consiglio del collega ed inventore francese Jacques Légal, pubblicò la sua idea sul quotidiano francese Journal de Paris tramite il saggio intitolato “Un progetto economico per la riduzione del costo della Luce” del 26 aprile 1784. Un’idea per risparmiare qualche soldo, insomma. L’idea non fu nemmeno presa in considerazione, i tempi non eran ancora maturi.

Ci volle tutto un secolo (e la Prima guerra mondiale) per riprendere in mano quest’idea: il costruttore inglese William Willet la ripropose e trovò terreno fertile, dato il quadro delle esigenze economiche provocate dal conflitto mondiale. Nel 1916 la Camera dei Comuni di Londra diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un’ora in avanti durante l’estate. Anche perché il risparmio energetico, doveva diventare priorità in quegli anni di crisi e guerra.

In Italia l’ora legale fu introdotta per la prima volta il 3 giugno del 1916 tramite il decreto legislativo n°631 del 25 maggio, che rimase in uso fino al 1920. In seguito, tra il 1940 e il 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda guerra mondiale, ed è solo dal 1996 che viene adottata definitivamente, mentre dal 1980 si applica a tutta la Comunità Europea

Dal 1996, in attuazione della direttiva europea, è stato semplificato il processo definendo convenzionalmente l’entrata dell’ora legale nell’ultima domenica di marzo ed il ritorno all’ora solare l’ultima domenica di ottobre.

L’idea di introdurre l’ora legale nasce dunque dal bisogno di ottimizzare l’uso della luce solare al fine di ottenere un risparmio nel consumo di energia (è stato infatti stimato che con l’ora legale, dal 2004 al 2007, l’Italia ha risparmiato complessivamente oltre 2,5 miliardi di kilowattora, pari a 300 milioni di euro). Il concetto alla base è di sfruttare l’allungamento delle giornate anticipando l’inizio della vita produttiva del Paese: spostando di un’ora l’orario si riesce ad avere la luce naturale al mattino e si guadagna un’intera ora di luce per la sera, ritardando il consumo di energia elettrica per l’illuminazione. Il nome internazionale dell’ora legale è infatti Daylight Saving Time – DST, letteralmente “tempo per il risparmio della luce”.

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