Schermata 2013-12-02 a 11.38.18Filippo Lippi in scena al Metastasio, nelle mani del giovane regista Matteo Cecchini. In concomitanza con la mostra “Da Donatello a Lippi”, il Metastasio in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del comune di Prato, ha promosso uno spettacolo sul frate e pittore Filippo Lippi (venerdì 6 dicembre, teatro Metastasio, ingresso gratuito), affidando la regia al 27enne ex-allievo della scuola di recitazione del Metastasio. Interpreti dello spettacolo sono gli attori della Compagnia Stabile del teatro. “Mi è stato chiesto di lavorare per questo spettacolo lo scorso maggio, ed ho iniziato i lavori di scrittura del testo intorno a Luglio – racconta il giovane regista – mi sono studiato tutto quello che sono riuscito a trovare su Filippo Lippi, ed ho scoperto un personaggio che ha influenzato la fantasia di tantissimi artisti, dal Vasari ad arrivare a Gabriele D’Annunzio che, all’interno delle sue ‘Faville del Maglio’, gli dedica il racconto ‘Il secondo amante di Lucrezia Buti’”.

Lo spettacolo s’intitola “Fra Filippo Lippi Pittore, per l’arte de la pittura fatto libero ed onorato”. “Il testo che ho realizzato – dice Cecchini – è ispirato principalmente dalla storia che Roberto Piumini ha dedicato al pittore, ma sono tanti i testi che ho preso come riferimento per questo lavoro che mi è stato richiesto: le cronache del Vasari, ‘Tre amori di Filippo Lippi’ di Stefano Briccanti e ‘Fra Lippo Lippi’ di Robert Browning, per dirne alcuni”.

filippo lippiUno spettacolo che affronta tre grandi temi: politica, religione e volontà. Una prima parte dedicata all’interiorità del pittore, con tutte le sue contraddizioni, dove troviamo un Lippi giovane, nel suo periodo fiorentino e una seconda parte in cui si racconta la storia dell’amore con Lucrezia, e quindi della vicenda pratese: “Filippo Lippi è un uomo che lotta sul limite, ben cosciente che superandolo potrebbe perder tutto ‘persino la vita’. Paura celata che lo tiene stabilmente legato a quel potere che è sua protezione e suo giogo. Poi l’amore, o forse una maggior consapevolezza della propria dignità di uomo libero, lo porterà a sfidare la propria vigliaccheria. Questo smarrimento davanti a Dio, davanti allo Stato e davanti alla propria natura, sono gli stessi dell’uomo moderno”.

Perché parlare su Filippo Lippi oggi. Una storia che racconta Filippo Lippi uomo, non artista: “Filippo Lippi è stato testimone di un periodo in cui la Bellezza aveva ancora valore. Epoca in cui l’arte poteva garantire la libertà e ‘toglierla’. La religione, lo stato, i doveri e gli amori sregolati convivono in lui come ombre di un malessere universale. Così moderno e così contraddittorio ci ha spinti a guardare oltre il suo percorso artistico, ad indagare o forse ad immaginare cosa ci fosse dietro quelle figure di Santi e Madonne”. Ed è questa la chiave contemporanea che Matteo Cecchini ha voluto portare con la sua storia: “La frase che ho tenuto più alla mente mentre scrivevo lo spettacolo è stata ‘l’arte salva la vita’. La bellezza un tempo salvava, nel vero senso della parola. Un’epoca ormai lontana da quella di oggi: un tempo l’arte aveva quest’importanza, mentre oggi ci ritroviamo in un periodo storico di abbrutimento totale, su tutti i fronti, che continuiamo ad accettare in maniera immobile e passiva”.

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