Gli ultimi tre giorni di gennaio (29,30 e 31) sono considerati per tradizione, i giorni più freddi di tutto l’anno e, vengono chiamati, “I giorni della merla”. La credenza popolare trova giustificazione nella credenza che i giorni più freddi dell’inverno siano i tre centrali della stagione, ovvero gli ultimi tre di gennaio, perché appunto si trovano a metà strada tra il 21 dicembre, solstizio d’inverno e il 21 marzo, equinozio di primavera. 

La leggenda dei tre giorni della merla è una leggenda antichissima. I protagonisti di questa storia sono un merlo, una merla e i loro tre figlioletti. I merli in quel periodo della storia avevano le piume di colore bianco. Erano arrivati nella città sul finire dell’estate e avevano sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo. Poi, per l’inverno avevano trovato casa sotto una gronda, al riparo dalla neve. Il gelo rendeva difficile trovare le provvigioni per sfamarsi; il merlo volava da mattina a sera in cerca di becchime per la sua famiglia, ma la neve copriva ogni briciola.

Un giorno il merlo decide di volare ai confini della nevicata, per trovare un rifugio più mite per la famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i merlottini intirizziti, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po’ di tepore. Tre giorni stette via il merlo e tre giorni durò il freddo. Quando tornò indietro, quasi non riconobbe la famiglia, che era diventata completamente nera per il fumo che emanava il camino. Il primo giorno di febbraio arrivò un po’ di tepore, e poterono uscire a godersi qualche raggio di sole: anche il capofamiglia era diventato scuro dalla fuliggine. Da allora i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un’eccezione da favola.

Altre ipotesi e leggende. Un’altra teoria narra di una merla, con uno splendido candido piumaggio, regolarmente strapazzata da Gennaio, mese freddo e ombroso, che si divertiva ad aspettare che la merla uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo. Stanca delle continue persecuzioni la merla un anno decise di fare provviste sufficienti per un mese, e si rinchiuse nella sua tana, al riparo, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo 28 giorni. L’ultimo giorno del mese, la merla pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si risentì talmente tanto che chiese in prestito tre giorni a Febbraio e si scatenò con bufere di neve, vento, gelo, pioggia. La merla si rifugiò alla chetichella in un camino e lì restò al riparo per tre giorni. Quando la merla uscì, era sì salva, ma il suo bel piumaggio si era annerito a causa del fumo.

Un’altra ipotesi è spiegata da Sebastiano Pauli nel suo libro “Modi di dire toscani ricercati nella loro origine”: “I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all’altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sovra il fiume gelato”.

Fonte: Wikipedia