Gli ultimi giorni di gennaio sono chiamati i “Giorni della merla”. Oggi, secondo giorno di febbraio è il giorno della Candelora.
Tutti abbiamo sentito almeno una volta il detto: per la Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora, ma se c’è sole o solicello siamo solo a mezzo inverno (o almeno in una delle sue varianti). Capiamo perché è nata questa tradizione.
La festa della candelora ha origini pagane. É nata nell’antica Roma, si celebrava tra il 15 e il 18 del mese. Il culmine della festa era la februatio (da cui deriva il nome febbraio), cioè la “purificazione” della città dagli influssi dei demoni.
Le donne giravano con ceri e fiaccole accese, come simbolo di luce e benevolenza divina. Il cristianesimo, poi, si appropriò della februatio, convertendola nella festa della Purificazione della Madonna e spostando la data al 2 febbraio. Per la Chiesa cattolica, inoltre, si celebra la presentazione al tempio di Gesù, “luce per illuminare le genti“, come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme.
Nella ruota dell’anno, la Candelora è una sorta di porta tra l’inverno, oramai al suo declino, e l’imminente primavera, almeno nell’Italia centro/settentrionale. È il periodo adatto ai riti propiziatori per attirare fecondità e fertilità, riti che saranno determinanti per l’annata agricola che sta per cominciare. Il detto che abbiamo citato sopra, quindi ha una relazione statisticamente significativa con l’andamento reale della stagione.