La nota stampa dei Carabinieri di Prato.

Vaiano. A conclusione di un’attività d’indagine iniziata nel mese di gennaio scorso, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Prato, nel corso di un blitz effettuato la notte passata nella zona industriale del Comune di Vaiano, hanno tratto in arresto in flagranza 7 cittadini cinesi, fra i quali una donna, tutti originari del Fujian nonché tutti clandestini tranne uno, per concorso in coltivazione di ingente quantità di piante di cannabis. Gli stessi sono infatti stati sorpresi, alcuni ancora intenti a curare le piante non essendosi accorti dell’ingresso fulmineo dei militari, all’interno di un capannone industriale adibito alla coltivazione in larga scala di piante di cannabis.

Il capannone, preso in affitto dalla fine dello scorso anno e destinato all’impianto di una coltivazione intensiva di cannabis al fine di ricavare marjiuana, era stato individuato e scelto in quanto particolarmente protetto da possibili occhi indiscreti. Infatti l’unico ingresso dello stabile, che è peraltro nascosto alla vista dalla strada e dà sul fiume Bisenzio, è accedibile solo dopo aver oltrepassato un cancello che era costantemente chiuso con un catenaccio di grosse dimensioni. Inoltre tutte le vetrate, comunque dotate di inferriate, erano state doviziosamente coperte con teli e buste in plastica di colore nero al fine di garantire l’assoluta privacy delle operazioni che si compivano.

All’interno, oltre alla zona antistante l’ingresso che era stata adibita a soggiorno/cucina, ad un vano servizi ed a due fabbricati metallici, destinati ad uso ufficio ma di fatto adibiti a dormitorio stabile di almeno 3 persone, il grosso dello spazio interno era stato attrezzato ad arte per l’espletamento a ciclo continuo della coltivazione ed essiccazione della cannabis indica al fine di produrre ingenti quantità di marjiuana.

Era stata infatti costruita una struttura in legno alta circa 3 metri concepita per ospitare vari, differenti ed ampi ambienti, separati ma comunicanti tra loro con porte di accesso e tramite un unico corridoio interno, destinati alle varie fasi della preparazione, crescita ed essiccazione delle piante di cannabis indica. Dei complessivi 8 locali, 3 erano ancora in fase di allestimento, mentre 5, tutti dotati di un sistema di illuminazione artificiale costituito da quasi 200 lampade a vapori di sodio idonee a simulare la luce solare, nonché di apposito sistema di aereazione, umidificazione e ventilazione, erano in piena attività.

All’interno dei predetti spazi, suddivise in base allo stato di avanzamento della crescita, dai piccoli germogli fino ai fusti in piena fioritura, venivano infatti rinvenute e sequestrate circa 5.000 piante di cannabis indica, tutte singolarmente invasate. Nell’edificio era inoltre presente in grande quantità tutto il necessario per la cura e gestione delle piante (utensili vari, terriccio, fertilizzanti, antiparassitari, nebulizzatori e vasi di differenti dimensioni), l’occorrente per l’ampliamento del sistema di illuminazione artificiale, di aereazione e ventilazione ai locali in allestimento, nonché il materiale predisposto per la pesatura ed il successivo confezionamento del “prodotto finito”.

L’indagine, che prendendo spunto dal controllo a Prato di alcuni degli arrestati che erano stati trovati in possesso di svariato materiale per la coltivazione e poi sviluppata con numerosi servizi di osservazione controllo e pedinamento, nonché di verifiche e controlli sullo stabile, ha permesso lo smantellamento della redditizia attività di produzione dello stupefacente per l’installazione della quale gli autori avevano investito una ingente somma di denaro.

I 7 arrestati, al termine delle operazioni, sono stati associati ai carceri di Prato e Firenze Sollicciano, in attesa della successiva convalida.