“Se ci sarà modo di discutere con Sgarbi bene, altrimenti saranno problemi suoi”. Così replica il nuovo direttore del museo Pecci Fabio Cavallucci alle affermazioni espresse da Vittorio Sgarbi durante la conferenza stampa di presentazione per il suo nuovo incarico in città.
Il nuovo “ambasciatore culturale” di Prato non aveva risparmiato commenti e frecciatine sul direttore del Centro per l’arte contemporanea e sull’effettivo successo che il nuovo museo potrà portare in città, ponendo tra i suoi punti programmatici anche alcune idee che potrebbero andare in conflitto con la realtà del Pecci.
A questo Cavallucci commenta: “Sono il primo a voler confrontarmi con tutti coloro che sono disposti a discutere su come poter radicare l’arte contemporanea nel territorio di Prato, se lui non ne ha voglia, problemi suoi”. Sull’eventuale conflitto tra l’operato di Sgarbi e il nuovo Pecci, Cavallucci risponde: “Per ora del lavoro che Sgarbi farà in città non me ne preoccupo: prima di tutto perché il centro non è ancora aperto e non lo sarà ancora per un po’, anche se il cantiere sta per terminare. Saranno i cittadini a giudicare il suo operato in questo periodo di attività, come saranno questi a giudicare me quando inizierò il mio”.

L’apertura del nuovo Pecci nel 2015. Sull’apertura del nuovo centro Pecci il nuovo direttore commenta: “Quasi sicuramente direi che per la parte espositiva dovremmo aspettare l’inizio 2015. Faremo un’apertura importante, dal respiro internazionale e da allora partiremo con una serie d’iniziative che animeranno quotidianamente il Pecci”. Aspettando quel giorno, il nuovo direttore ha promesso di volersi impegnare nel  conoscere tutte le realtà pratesi che potranno essere utili all’attività del centro d’arte contemporanea, ascoltando e analizzando quello che Prato si aspetta e vuole proporre, per quello che dovrà diventare, come ammette “una realtà culturale fondamentale a livello internazionale, ma prima di tutto a livello cittadino”.

“Il nuovo Pecci sarà una finestra sul futuro”. In occasione dell’incontro aperto al pubblico ieri pomeriggio assieme all’architetto che ha progettato il nuovo centro Maurice Nio, Cavallucci ha spiegato la sua idea per il Pecci: “Chiamiamolo col suo vero nome, ovvero, ‘centro per le arti contemporanee’ e non ‘museo’ , che di per sé potrebbe essere inteso come struttura statica senza relazione diretta col visitatore. Il nuovo Pecci sarà una mescolanza delle arti, comprendendo anche il teatro, la musica e arte performativa”. L’architetto Nio ha invece commentato: “Prato è una città che sembra ancora da finire di costruire: mentre possiamo dire che Firenze è la storia e la tradizione, Prato potrebbe rappresentare il futuro per questa regione. E questo vuole essere la struttura del nuovo Pecci: una finestra sul domani, una struttura nuova che abbraccia quello che già c’era. Con la sua tanto discussa ‘antenna’ sul tetto, pronta a captare le nuove idee”.