Un’intera rassegna dedicata al cinema cinese. Un’idea interessante, che sicuramente si sarebbe potuta organizzare in una delle città con la più grande comunità cinese d’Italia. Un progetto che darà spazio ai due più importanti appuntamenti cinematografici dell’estremo Oriente. Un’idea che però si svolgerà a pochi chilometri da Prato. Quattro giorni di proiezioni, incontri con artisti cinesi, dal 26 al 29 maggio al cinema Odeon a Firenze. E’ la prima edizione del Dragon Film Festival.

Un nuovo progetto nato dall’esperienza dell’Hong Kong Film Panorama a cui da quest’anno si aggiunge una selezione di film dello Shanghai International Film Festival. Un tuffo nel meglio della cinematografia contemporanea da Hong Kong e Shanghai per chiudere e completare la ricca offerta della Primavera di Cinema Orientale 2014. La rassegna è organizzata da Hong Kong Economic  and Trade Office di Brusselles, Quelli della Compagnia di Fsp e dalla Florence EurAsia Association in collaborazione con l’Ambasciata di Roma e il consolato generale di Firenze della Repubblica Popolare Cinese.

Anche solo per le realtà coinvolte all’interno del progetto si capisce che forse, fare una cosa del genere a Prato, non sarebbe stato un investimento sbagliato: sia da un punto di vista economico che culturale. Complimenti comunque agli organizzatori fiorentini: vorrà dire che chi vorrà, andrà a Firenze a conoscere il cinema cinese.

IL CINEMA DI HONG KONG
Grazie alla collaborazione con l’Hong Kong Economic and Trade Office di Bruxelles torna anche quest’anno la sezione dedicata al cinema di Hong Kong che inaugura il festival con l’anteprima italiana di “Cold War” di Logman Leung e Sunnt Luk, thriller mozzafiato ambientato in una Hong Kong futuristica. I registi scelgono di non lasciare la loro patria e, anzi, di raccontare glorie e misfatti dei loro connazionali spezzando una tradizione che spostava all’estero le location delle storie narrate.

Non mancherà poi uno sguardo al cinema indipendente. Sempre da Hong Kong arriva il dramma “A Fig” di Vincent Chui, regista molto attento ai temi del dolore e della perdita vincitore nel 2008 di un Hong Kong Film Awards e “Love me not” opera primalocandina_dragonFF_low di Gilitte Leung successo del cinema di genere con oltre 13 partecipazioni ai festival internazionali solo nel 2012. Un film omaggio all’industria musicale di Hong Kong arriva con “Diva” ultimo lavoro della trentenne Heiward Mak, una delle figure più eclettiche ed interessanti del panorama cinematografico Hongkonghese ma anche “The Way we Dance” di Adam Wong sul mondo della danza contemporanea presentato al 37° Hong Kong International Film Festival.

LA CINA CONTINENTALE
Quello della Cina continentale è un mercato cinematografico in espansione, sempre più maturo e articolato: dalle pellicole a basso budget, ai grandi kolossal di respiro internazionale; dalle piccole storie autoprodotte, al cinema d’autore tanto apprezzato dai festival, passando per i titoli più commerciali che strizzano l’occhio all’Occidente. Questa selezione intende offrire una panoramica della produzione contemporanea attraverso film eterogenei, che rispecchino la realtà cinematografica attuale: c’è spazio per i sentimenti, col drammatico “The Stolen Years”, e per le emozioni forti, con due film ‘di genere’ come il crime-thriller “Lethal Hostage” e l’adrenalinico “Unbeatable”; con uno sguardo al cinema indipendente di “The Love Songs of Tiedan”. In programma, anche lo storico “The Flowers of War”, ultima fatica di Zhang Yimou (col divo Christian Bale), e il sociale “Beijing Flickers”, ritratto della nuova generazione alle prese con la realtà urbana firmato da Zhang Yuan, che sarà ospite del Festival e incontrerà il pubblico dopo la proiezione.

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