Sarebbe troppo facile descrivere la bellezza attraverso i più alti esempi di opere d’arte. I grandi maestri ci possono raccontare grandi verità e guidare attraverso i percorsi della beatitudine della percezione e del profondo sentire.

Ma.

Sempre più spesso, quando stiamo osservando un quadro classico di un grande maestro, ci capita di perdere per un attimo il filo della grandezza dell’opera e di venire attratti dai paesaggi che compongono lo sfondo della figura in primo piano. Forse sopraffatti dalla grandezza, e forse incapaci di accoglierne una così grande quantità, preferiamo perderci in quel mondo meraviglioso e sconosciuto, di castelli e di laghi incantati, popolato di viandanti e di cavalieri, di maniscalchi e di lavandaie, di chimere e di animali mitici.
Nessuno ne parla mai e la storia li trascura.

Ma i paesaggi dietro i quadri sono il luogo adatto dove fuggire con l’immaginazione, luoghi incantati senza guerre né tristezza, dove starsene sdraiati sulla riva di un lago immaginario o al davanzale di un palazzo da fiaba.
Con il sottile piacere di osservare, rigorosamente dal di dietro, il Maestro ritrarre la sua musa.
Insomma sono bellissimi.

E per quello che attiene a questa rubrica, così come il “pensiero laterale” ci permette di risolvere problemi ed enigmi impossibili da dirimere con la logica, ci svelano le strade una bellezza sottile, giusto a lato ed un passo indietro ai capolavori della bellezza ufficiale.