Portieri e ancora portieri. Sono sempre loro i protagonisti assoluti di questo Mondiale.

Se Barack Obama in persona ha telefonato a Tim Howard, per complimentarsi personalmente per l’ottimo mondiale disputato dagli Usa e per l’exploit personale dell’estremo difensore americano, stavolta le luci della ribalta spettano a Tim Krul, 26enne portiere del Newcastle United e dodicesimo dell’Olanda.

Il quarto di finale che pareva dall’esito più scontato, quello tra Olanda e Costa Rica, è stato invece quello più incerto deciso solo dai calci di rigore, dove è andata in scena la favola di Tim Krull, mandato in campo all’ultimo minuto disponibile dei supplementari al posto del titolare Cilessen, che aveva ben figurato salvando pochi istanti prima la squadra con una parata decisiva, con un compito preciso. Parare i rigori.

La mossa di Louis Van Gaal, pare un azzardo e invece è la mossa vincente.

Perché il portiere orange, da tempo oggetto del desiderio (impossibile) del Milan per il dopo Abbiati, non tradisce le attese e la fiducia del suo tecnico, parando due rigori, l’ultimo decisivo mostrando una freddezza e una lucidità stratosferica, regalando così all’Olanda più cinica e fortunata a memoria di mondiale (tre finali perse su tre, nel sinora nel corso della sua storia).

E solo chi ha avuto la (s)fortuna di giocare in porta e avere occasione di parare un rigore, può capire la scarica di adrenalina che deve aver attraversato il corpo dell’estremo difensore una volta compiuta una delle più incredibili imprese a memoria di Mondiale, il sogno estremo per ogni portiere. Un orgasmo calcistico moltiplicato all’ennesima potenza.

Chapeau a Van Gaal, il tecnico più antipatico e odioso dell’emisfero, per il quale adesso si porrà il quesito se confermare Cillesen o rigettare nella mischia Krul.

Per un portiere che diventa protagonista, altri due che lo sono stati e che abbandonano, a testa altissima, il mondiale.

Navas, portiere per l’appunto della Costa Rica, che ha confermato tutto il suo valore anche nella partita contro l’Olanda, con una serie di parate decisive che hanno tenuto in carreggiata la nazionale del paese più felice del mondo e Courtois che, con il suo Belgio multietnico, ha dovuto abdicare al gran goal in apertura di Higuain che ha deciso una partita assai sofferta, come del resto era preventivabile alla vigilia.

Per il lungagnone portiere dell’Atletico Madrid, che Mourinho rivuole a tutti costi al Chelsea (che ne detiene il cartellino) a costo di sacrificare un monumento vivente come Petr Cech, la soddisfazione di aver mantenuto intatto il suo personale record: quello di non aver mai subito goal da Lionel Messi, con una parata in uscita proprio in pieno recupero contro il pluripallone d’oro lanciato a rete, tanto bella quanto, purtroppo per il Belgio, inutile, che il numero 1 ha comunque festeggiato.

Brasile vs Germania, Argentina vs Olanda. Quest’ultima è la riproposizione della finale dei mondiali del ’78, i mondiali della vergogna, fortemente voluti dal regime fascista di Videla, che l’Argentina vinse grazie ai favori arbitrali, la marmellada peruviana e la vittoria per 3 a 1 in finale contro gli olandesi, maturata nei supplementari, dopo che Rensenbrick al ’90 colpì il palo più nefasto della storia del calcio e dell’umanità.

Quello che costò la vita a migliaia e migliaia di desaparecidos.