Il primo concerto del gruppo milanese nella nostra città, più di vent’anni fa, rischiò di saltare per pioggia. Poi non saltò, il concerto ci fu, il rock è sempre più forte delle avversioni climatiche. Però può essere una bella cosa da raccontare.

La prima cosa è cercare di capire, dalla memoria, quale fosse l’anno. Era il 1993. Ci sono arrivato dopo una serie di triangolazioni parallele con piani di studi/fidanzata/concerti visti/etc. La festa dell’Unità si teneva al parco dell’Ippodromo, e tra stand e mercati vari lo occupava quasi per intero. Un’intera cittadella piena di dibattiti, spettacoli (due palchi, oltre quello per il liscio) che prendeva possesso del parco per un mese e passa. Quell’anno il responsabile della Sinistra Giovanile, un ragazzo vispo, che ci vedeva lontano, pensò bene di fare una programmazione interamente dedicata ai nuovi gruppi rock, quelli più o meno legati al giro di Arezzo Wave (una manifestazione che stava muovendo, con successo, i suoi primi passi) e di affiancare ai gruppi che venivano da fuori uno dei gruppi locali, in apertura. Perché a Prato in quegli anni c’era un bel giro. C’era Anomalia, l’associazione tra i gruppi di base. E c’erano tanti gruppi, che più o meno giravano intorno alla sinistra giovanile: gli Extralarge, gli Estrano, gli Exedra… Chissà perché i gruppi locali iniziavano tutti quanti per E. Ma andiamo avanti.

Ad aprire per gli Afterhours toccò agli Estrano. Il tempo, come dicevo, non preannunciava niente di buono. SI montano gli strumenti sul palco nel tardo pomeriggio, e le nuvole incombono. Poi smettono di incombere e scaricano giù peso tutti i santi del paradiso. Gli Estrano si riparano sotto una tettoia, gli Afterhours chiusi in macchina. Un’auto color blu di prussia, se la memoria non inganna.

Il fonico, il cui nome ora mi sfugge (ma cominciava anche quello per E, e si faceva tutte le feste dell’Unità della zona col suo impianto che oramai reggeva l’anima coi denti) prende in mano la situazione e decide, per tutti, che si fa festa. Gli Afterhours non sono molto d’accordo, ma sembrano fare buon viso a cattivo gioco. Si sta tutti per andar via. Cena, qualche birra. Alle dieci e mezzo smette di piovere. In un attimo, ma come accade spesso, cambia il volto di ogni cosa. Mentre gli Estrano erano già chissà dove, tra fidanzate e birre, gli Afterhours in qualche frazione di secondo convincono il fonico, rimontano il palco ed iniziano a suonare davanti ad uno sparuto pubblico colto quasi alla sprovvista.

Il concerto non durò tantissimo, complice il tempo non compiacente e i pochi presenti. La scaletta era quella dell’epoca, interamente in inglese. Ricostruirla a distanza di oltre vent’anni è chiedere troppo, ma di sicuro c’era Inside Marilyn Three Times, e c’era Pop Kills Your Soul. E mi sa che c’era anche quell’unico pezzo cantato in italiano, cioè la cover di Mio fratello è figlio unico di Rino Gaetano, appena inciso per una compilation di Arezzo Wave. Manuel Agnelli era ancora alla ricerca di un carisma che avrebbe sviluppato di lì a poco. Ma la band era già una signora band, e la cinquantina di avventori presenti se ne accorse eccome.

Per fare un giochino sullo stile di “Lungimiranza” degli Offlaga Discopax, si può comunque dire che, da quella sera, quasi tutti hanno fatto la loro luminosa carriera. Gli Afterhours sono diventati gli Afterhours: di lì a poco hanno iniziato a tradurre i pezzi dall’inglese all’italiano, e Inside Marilyn Three Times è diventata “Dentro Marilyn”, Pop Kills Your Soul è sfociata in “Pop (Mentre ti uccido l’anima)”, ed è iniziata la vera storia del gruppo, che via via li porterà a diventare Il Gruppo Di Riferimento del rock italiano. Per quanto riguarda il gruppo che quella sera non suonò, gli Estrano, il cantante è diventato uno stimatissimo professionista della musica ed il suo nome è rintracciabile da anni in grandi produzioni di teatro musicale. Il bassista è diventato sia architetto che cervello in fuga, ha uno studio a Barcellona e fa conferenze di urbanistica in tutto il mondo (il ricordo di quella serata è frutto di una lunga chiacchierata via Skype con lui ieri sera, mentre si trovava in Florida per una conferenza delle sue. Grazie, Ale.) Quanto al responsabile della Sinistra Giovanile, il ragazzo vispo dell’epoca, quello che ci vedeva lontano, adesso è il direttore generale della più importante società di distribuzione di gas metano per le province di Prato, Arezzo e Siena. Solo la Festa dell’Unità non è più quella di un tempo: da allora ha cambiato di casa e si è, di molto, ridimensionata.