La Festa di San Michele si colora di Celeste. È il rione dell’Arcangelo ad aver strappato i due trofei dell’edizione 2014: palio dei ciuchi e miglior spettacolo di teatro in strada. Con un tema che esalta l’amore di un nonno che insegna alla nipote i valori della pace e del senso civico attraverso una favola delicata e piena di effetti scenici ha incantato i giudici, portandoli ad assegnargli il primo posto ben sei volte. Secondo classificato – a tre punti – il Verde, rione dell’Arte, con il suo commovente amore “diverso”. A seguire il Bianco, rione della Torre, e la sua violenta e complessa denuncia del femminicidio, staccato di 11 punti, e quindi il Giallo, rione del Leone, e il suo inno allo sport pulito e appassionato.

Premettendo che ognuno dei quattro spettacoli è stato di gran livello, con scenografie e coreografie di grande effetto e che, dunque, tutti avrebbero meritato la vittoria per l’impegno, la dedizione e la creatività, il parere della piazza è stato ampiamente disatteso.

Carmignano ha sempre il polso della situazione. Ormai sono 50 anni che si disputa questa gara e la cittadinanza è giudice esperto e attento. È quindi normale che già da domenica avesse le idee ben chiare sulla probabile classifica, idee che in passato hanno quasi sempre trovato conferma nei giudizi dei 15 giurati esterni mescolati alla folla per valutare i lavori. Eppure quest’anno la piazza ha preso un abbaglio.

Sì perché vox populi diceva Bianco o Verde. Punto. Il Celeste – in base anche a quanto presentato negli anni passati – non sembrava esser stato all’altezza delle aspettative. I carri simili agli anni scorsi e le scene ad effetto viste e riviste da chi non si perde un’edizione della festa (come il grande telo che nasconde i personaggi) avevano spinto gli spettatori a preferire altri rioni. Il Bianco, per esempio, che con maestria aveva riempito la piazza con scenografie di grande effetto, gridando un messaggio duro, violento e senza tempo: dai diari del Pontormo il rione della Torre è riuscito a denunciare la misoginia e la violenza sulle donne imperante nel Cinquecento… legandolo alla drammatica situazione di oggi. La loro sfilata si è, infatti, conclusa con una piazza piena di scarpette rosse, messaggio chiaro e forte, anche se forse un po’ troppo gridato. O il Verde che con una storia vera di un Amore difficile, narrato in punta di piedi, aveva commosso gli spalti, indistintamente, guadagnandosi persino una standing ovation della tribuna A. Un tripudio.

Ma inutile recriminare. Il Celeste ha vinto, si è portato a casa un bel cappotto e ha lasciato tutti a bocca asciutta. La corsa dei ciuchi è stata palpitante. A condendersi il Palio a pari merito Verde e Celeste. Il fantino dell’Arte ha concluso il primo giro primo, ipotecando la vittoria, poi ha cambiato ciuco come da regolamento e l’animale si è impuntato dopo qualche metro. Fine della corsa e vittoria celeste.

Che dire? La storia è scritta. Il resto, alla fine, restano chiacchiere… Di certo – complice il bellissimo clima – ad aver stravinto è la festa, con la sua magia, arte, passione, grandezza. Comunque sia: Viva il San Michele e i suoi mille figuranti/attori.

 

 

Foto di Maurizio Anatrini