E’ questo lo slogan del footgolf: BEST SPORT EVER INVENTED.

L’ho scoperto poco più di un anno fa e me ne sono innamorato subito. Quando lo dici in giro che la tua vita sportiva ha preso questa strana piega, i più ti ridono dietro. Ed è normale. Si tratta di una disciplina nuovissima: magica fusione tra il più popolare degli sport, il calcio, e il più nobile, il golf, panacea vera e propria per tantissimi ex giocatori, stanchi e annoiati dalle pedate dei campetti di terra e fango delle periferie del calcio che ormai non conta più.

Non si sa esattamente dove sia sbocciato il footgolf, anche se pare che la prima nazione ad ufficializzare questo nuovo sport sia stata l’Olanda, e poi a ruota tutte le altre. Nel 2012 è nata la FIFG, la Federazione Internazionale di Footgolf.

Il primo punto di riferimento in Italia per gli appassionati è stata l’AIFG, l’Associazione Italiana Footgolf, come è riportato anche sulla pagina di Wikipedia dedicata al Footgolf. Poco dopo è nata anche la Federazione Italiana Footgolf. Entrambe stanno lavorando benissimo sul territorio per portare questo sport in tantissimi Golf Club della penisola. Esistono già due campionati italiani e tantissime competizioni regionali.

Le regole sono quelle del golf. Vince chi riesce a chiudere il PAR con meno colpi. Solitamente si parte da un PAR 72. Tradotto per i neofiti: devi completare le 18 buche del percorso in 72 colpi. Se finisci con 74, il tuo punteggio finale sarà +2. Se invece terminerai con 69, avrai fatto un -3.

Come immaginerete, sia in Italia che all’estero, la difficoltà principale è stato convincere gli aristocratici soci di molti Golf Club italiani ad aprirsi a nuove forme di coinvolgimento. I più puri naturalmente, quando vedono decine di barbari/giocatori in scarpe da calcetto calpestare i loro meravigliosi green, storcono nasi e bocche dall’alto dei loro gileini di cachemire. E per certi versi è anche comprensibile. Il golf è sport esclusivo e difficilmente chi lo pratica accetta di mescolarsi con chi invece ha scelto uno sport fin troppo pop come il calcio. A tanti è successo comunque di dover superare questo ostacolo, più culturale che tecnico. Una volta scollinato però, inizia un vero e proprio sogno. Sì, perché il footgolf non è uno sport: è un sogno.

Ogni volta ho conosciuto persone diverse provenienti dalle più assurde città d’Italia. Tutti vestiti seguendo il rigoroso dress code: calzettoni a rombi, polo, scarpe da calcetto e pantaloncino non troppo corto. Ma soprattutto, quasi tutti assolutamente disinteressati dal posizionamento in classifica. Sì perché a footgolf non ci si gioca per vincere. Non si litiga per un punto in più o un punto in meno. Ci si gongola in questo paradiso di fair play, di boschi, di eleganza, di alberi e laghetti, di calzettoni colorati, di anatre che ti urlano dietro e di uccelli che ti migrano sul rough. O, perlomeno, io lo vivo così. Mi sento in perfetta simbiosi con il verde che mi circonda. Potrei essere un contadino del 1800 o un cavaliere del 1600. Poco importa.

Mi è capitato di giocare a Montecatini, Arenzano e a Quarrata. Sabato mattina, finalmente, ho avuto modo di gareggiare al Golf Club pratese Le Pavoniere. Uno spettacolo. Da una parte la Calvana e il Monferrato. Dall’altra la Villa Medicea e Carmignano. Io in mezzo. Da solo. Con il mio pallone. I miei calzettoni a rombi. Un tutt’uno con la natura. Perchè il bello del footgolf è anche questo. Mica le classifiche. I punteggi. Le polemiche. La moviola.

Come sempre, compreso stamani, sono partito da casa sicuro della mia vittoria. E anche oggi, invece, ho fatto ridere i polli. Sono andato anche a letto presto, neanche fossi in attesa di giocare la finale di Coppa del Mondo. Ho preparato il pre gara in maniera maniacale, ripetendo tutti quei gesti automatici quasi fossero figli di un rito scaramantico. E invece niente. Delle cinque gare disputate nella mia ingloriosa carriera, questa di Prato è stata addirittura la peggiore. Forse troppo lo stress di giocare e di rappresentare la propria città tanto amata … O forse sono proprio un brodo.

Ma sono contento lo stesso.

Chi ama il footgolf, ripeto, trova la gratificazione maggiore proprio in quelle piccole cose che gli altri sport non sono più in grado di darti. Quelle tre ore nelle quali sei tu, l’erba, il vento, i bunker, il fairway, il pallone, i maledetti laghetti, gli uccelli.

E nient’altro.
Questo è il footgolf. BEST SPORT EVER INVENTED.

 

Jonathan Targetti