Tenetevi liberi per il 19 febbraio, quando nell’ex lanificio “Italo Bini” (ore 18,30 – via Pistoiese 138) verrà inaugurata la mostra “Macrolotto 0 – Hybrid Hutong”, collettiva realizzata dagli studenti della Facoltà di Architettura di Ferrara che vedrà esposti ben 55 progetti che immaginano un Macrolotto 0 diverso.

“Lo scopo dei corsi e dei progetti in mostra – si legge nella presentazione della mostra – è stato quello di immaginare, grazie al punto di vista esterno alla città di studenti e docenti, nuovi scenari per quello che venne individuato da Bernardo Secchi come il Macrolotto 0, uno dei luoghi al centro del dibattito cittadino e di importanza strategica per lo sviluppo dell’urbanità pratese”.

Macrolotto 0 come parte di un centro urbano allargato. La presentazione di “Hybrid hutong” contiene anche qualcosa di simile ad un manifesto per la rielaborazione del Macrolotto 0, sia da un punto di vista fisico che di immaginario collettivo.

Infatti, si legge che:

Macrolotto 0 è da molti individuata solo come la chinatown della città, quindi un luogo ricco di problematiche, ma allo stesso tempo Macrolotto 0 è anche la possibile area di sviluppo per un nuovo, allargato e ripensato centro urbano nell’ottica che non ci siano da una parte Prato e dall’altra una chinatown, ma un’unica Prato.

Macrolotto 0 è un luogo dove l’architettura può esplorare la possibilità di interazione tra il riuso creativo dei luoghi e degli spazi, funzioni tradizionali e innovative/alternative, architetture del presente e architetture del recente passato, memoria urbana e futuro dei cittadini.

Macrolotto 0, quindi, come laboratorio e riferimento per una città flessibile e dialogante dove esplorare i possibili sviluppi, ibridi, politici, sociali ed urbani nella realtà cangiante e poliedrica del XXI secolo.

Macrolotto 0 come confine, limes per portare a compimento la crysis e segnare l’inizio di quella metamorfosi che potrà portare la città pratese nuovamente al centro degli interessi nazionali e, perchè no, globali.

Macrolotto 0 cambia anche grazie alla Cultura e per mezzo dell’Architettura.

La mostra è realizzata dagli studenti della Facoltà di Architettura di Ferrara (Laboratori di Progettazione Architettonica LAP3) in collaborazione con l’Associazione Culturale [chì-na], con il patrocinio del Comune di Prato, dell’Ordine degli Architetti di Prato, con il contributo dell’Università di Ferrara e la sponsorizzazione della giovane azienda pratese Pratofrangia.