Da quando, “per aprire gli occhi”, godere delle nostre bellezze e crearne di nuove, abbiamo bisogno di burle? Da quando ci siamo arresi?

Da quando difendere la propria indignazione è diventata una perdita di tempo o sintomo di noia?

Rispondiamo con il linguaggio della burla a chi preferisce la burla all’indagine, a chi svende il nostro patrimonio artistico al primo finanziatore di turno, perché probabilmente è l’unica risposta possibile.

La nostra amministrazione risponde alle nostre domande dicendoci che: “L’interazione a distanza è parte possibile dell’arte pubblica. Sberleffo o irriverenza inclusa.”

La leggerezza con cui ci si prende la responsabilità di mutare il valore di un’opera già esistente è sintomo di un preoccupante disinteresse, e dunque ignoranza, che non va scambiato con libertà d’espressione.

Siate amanti sinceri dei vostri luoghi, siate curiosi, siate reazionari davvero se avete qualcosa da dire. Non siate spettatori stanchi. Appassionatevi.

Non ci meritiamo questi Avanzi di Città.

Federico Fiori
Francesca Lenzi
Jacopo Buono
Margherita Nuti
Olimpia Ballerini