Quali opere di oggi terranno il confronto con Michelangelo? Cosa resterà nel futuro dell’arte contemporanea? Sono tanti gli interrogativi proposti dalla nuova rassegna “I grandi maestri dell’arte contemporanea a confronto con Michelangelo”, ospitata il prossimo anno nelle sale della Galleria dell’Accademia di Firenze, organizzata assieme al Centro per l’arte contemporanea Lugi Pecci di Prato.

Un progetto ambizioso che coinvolgerà dieci maestri dell’arte contemporanea: Marina Abramović, Cai Guo-Qiang, Maurizio Cattelan, Damien Hirst, Jeff Koons, Yayoi Kusama, Bruce Nauman, Richard Prince, Gerhard Richter, Cindy Sherman. Questi si confronteranno con i capolavori di Michelangelo e di altri grandi artisti del passato.

“Si tratta di un confronto tra l’arte classica e i grandi di oggi – ha spiegato il direttore del Pecci Fabio Cavallucci ai microfoni di Controradio – il livello di questo progetto sta nei nomi degli artisti contemporanei coinvolti, i più grandi giganti che abbiamo oggi. Chi non ama l’arte contemporanea si rifugiano nell’interesse dell’arte classica: credo che con questa operazione dovranno ricredersi e riconoscere l’importanza delle opere davanti alle quali si troveranno. In sintesi: Michelangelo esiste anche oggi, solo che non lo stiamo cercando. Questi artisti sono i “Michelangelo” della contemporaneità”.

Il percorso accosterà l’arte antica a quella dei giorni nostri. Un connubio sempre attuale, anche perché molti artisti invitati a partecipare all’esposizione si sono spesso confrontati con la storia, da Jeff Koons a Versailles nel 2008 a Maurizio Cattelan a Palazzo Reale di Milano nel 2010, fino al confronto che Cindy Sherman ha attivato da tempo all’interno dei suoi lavori indossando i panni di protagonisti di opere antiche.

Da una parte, infatti, si schierano il David e i Prigioni di Michelangelo, con un seguito di opere per nulla minori, realizzate da maestri medievali come Giotto e Taddeo Gaddi, a quelli del Rinascimento con Paolo Uccello, Botticelli, Ghirlandaio, Perugino. Dall’altra i dieci più celebri artisti del nostro tempo, coloro che hanno negli ultimi decenni raggiunto i vertici del sistema dell’arte, in quanto a valore e notorietà.

Nell’ideare la mostra i due curatori, Cavallucci e Angelo Tartuferi, Direttore della Galleria dell’Accademia di Firenze, sono partiti dal pronostico di Walter Benjamin che l’arte avrebbe perso la propria aura ma che, a dispetto di tale teoria, i new media e il sempre più esasperato star system degli ultimi decenni avessero invece potenziato l’iconicità delle opere contemporanee, grazie anche al risalto conferitogli dal mercato e dall’enorme attenzione mediatica.

(Foto: www.lifestyle43.it)