L’estate sta finendo, anzi l’estate sta iniziando per chi se ne va in vacanza. O meglio fa le vacanze ad agosto, come il sottoscritto che fiero di fare parte del popolo che celebra l’ultimo rito collettivo del 900, ad Agosto chiude la casa e parte.  E prima di partire un piccolo pensiero a quello che abbiamo visto, o che avremmo voluto o non voluto vedere nella mitica estate fiorentina, quella che muove continuamente le polemiche perché ”guarda a Budapest che lo Sziget, a Bologna Bolognetti e noi per colpa di Renzi ci tocca sorbirci magari Benigni”. Peccato che Renzi, o meglio Renzie  non sia più sindaco. Insomma, come andare a vedere i Pink Floyd ora in cerca della svolta barrettiana. Da Palazzo Chigi pare si decida: artisti, negozi, orari dei treni e matrimoni,sensi unici, divorzi, battesimi e già che ci siamo il meteo fiorentino per i prossimi mesi.

In estate purtroppo abbiamo dovuto fare a meno teatro contemporaneo, che tante gioie ci ha dato questo inverno: troppo caldo, nonostante i tentativi di abbassare la temperatura attraverso un ricorso al Tribunale del Lavoro delle maestranze e degli uffici stampa, tutti a casa, in attesa  che arrivi il bollettino postale della tassa sui condizionatori. La più grande bufala dai tempi dell’uscita dei Tin Machine nel 1989 o di un film a caso di Von Trier.

A Firenze abbiamo esordito alla grande in estate, con il Festival di Letteratura “Von Rezzori”, che ha riscosso talmente tanto successo che il prossimo anno verrà trasmesso in diretta nei cinema del circuito ARCI della Toscana (in TV mai, ci mancherebbe). Al Von Rezzori, intitolato ad illustre personaggio che scavalca a Firenze nettamente Pratolini e Dino Campana, non ho partecipato: me ne pento, sarebbe stato carino, ma ero intento nel seguire le trattative di trattenere Salah in maglia viola, che si sono concluse più o meno come si sta concludendo l’avventura del simpatico Ignazio Marino ovvero l’amministratore di condominio di Roma Capitale.

Patti Smith e Television hanno fatto poi da contraltare intelligente a Vasco Rossi: peccato perché a livello senile la questione è abbastanza analoga. La differenza la troviamo nell’abbigliamento: il secondo, Rossi, anestetizzato, portato nello store della Diesel e vestito come il bambino del CiaoCrem 1986, mentre la prima, la Sacerdotessa, direttamente vestita dalla HUMANA (associazione no profit per la raccolta abiti usati per il Terzo Mondo). Sui Television poco da dire, visto che la loro immagine si riduce ad una copertina di un disco, l’unico. Pertanto lo scontro fra gli eventi lo vincono gli ultimi, che con un LP riescono ancora a fare concerti, ovviamente suonando l’unica cosa da loro prodotta (il secondo disco ha importanza pari alle dichiarazioni di Gianfranco Rotondi sulla questione della Salerno –Reggio Calabria).

Nel frattempo a Firenze c’era Pitti, che ha pensato a riempire posti stupendi di avventori la cui prima preoccupazione era arrivare al tavolo del prosecco. Ma Pitti funziona, e chiunque si è imbucato in un evento trovando un Cesare Prandelli o un Boosta a parlare non si sa bene di cosa con persone conosciute la sera stessa.

Poi c’è stato il concerto di Titti, alias Tiziano Ferro, la più grande popstar d’Italia. Ferro ha illuminato lo stadio Artemio Franchi, riscuotendo non solo il plauso delle persone amanti della bella musica, ma anche quello di una parte della stampa che sicuramente avrebbe tacciato lo spettacolo come “baracconata” se non fosse che il Tiziano nazionale adesso gode di un alone di simpatia e stima che oscura Valentino Rossi, Fabrizio De Andrè e Pedro Almodovar. Sui primi due possiamo garantire peraltro che la simpatia è vicina ai personaggi in questione come i pensieri di Veltroni lo sono rispetto a quelli del proprietario della ferramenta dietro casa vostra.

C’è stato spazio anche per le minoranze, come succede nelle tribune politiche televisive quando parla il rappresentante dell’ SVP su RaiTre Sicilia: Colapesce. Più che pochi ma buoni, pochi. Ma meno si è, meglio si sta, come dice Marco Pannella.

E’ arrivato anche Jovanotti a Firenze, scatenando una polemica massiccia sui social: tutti c’erano, come a vedere gli AC/DC ad Imola (?!?!), ma nessuno voleva vedere le foto di chi c’era. Non si sa bene se per gelosia, partito preso, o posizione politica (che poi cosa ha Jovanotti di politico): fatto sta che questo signore di Cortona ha fatto doppia data. E lo spettacolo è andato alla grande: se poi canti male, o meglio non canti, poco interessa. Funziona.

Passando per l’ottimo World Refugee Day all’ippodromo delle Mulina, arriviamo a roba più tosta, fatta per gli amanti delle basse temperature e del vestito scuro: il concerto degli Einstürzende Neubauten, nome facile di una band tedesca giovane e veloce che nasce come avanguardia di sperimentazione musicale nel 1980. Ottimi musicisti, menti geniali,talmente geniali che vista la male parata con le ferite provocate suonando bandoni e saldatori, usarono alternare le performaces da officina con un normale concerto insieme al grande Nick Cave. Genio si, ma mica scemo, il Blixa (che non è un farmaco antidepressivo, ma lo pseudonimo del cantante della band teutonica).

Ci dispiace non aver partecipato agli eventi di Jovanotti e degli Einstürzende Neubauten: del resto il sunto della loro esibizione era lo stesso, il non concerto ma lo spettacolo. Il coinvolgimento. E non facciamo i puritani che anche Paolo Conte ha scritto due pezzi per Biagio Antonacci.

Cosa ci aspetta per i prossimi mesi? Un spettacolo che non esiste visto che è andato sold-out dopo 13 secondi netti (poi ci sarà uno speciale di Roberto Giacobbo per capire questo fenomeno paranormale). Parliamo di David Gilmour, quello che gentilmente preso a calci Syd Barrett perché voleva provare a campare con i Pink Floyd: e la storia ci ha insegnato che c’è riuscito, meritatamene e bene. Avessero fatto quella cosa i Beatles con Yoko Ono forse la questione futura sarebbe stata un’altra.

Ultimo ma non ultimo un superconcerto al quale non si può mancare, a cui non mancheremo, a Novembre. Quattro tedeschi di cui tre son controfigure che al Teatro dell’ Opera accenderanno i loro laptop per scaricare la posta e chattare su Facebook, mentre lo spettacolo (non il concerto) ci delizierà. A noi i Kraftwerk, punta di diamante, evento imperdibile, piacciono. Sul serio.
Ci sentiamo a settembre.