Un viaggio all’interno della casa considerata da molti “una delle più strane case del mondo occidentale”. Lo fa il Foglio in un articolo “Citofonare Malaparte”.

Vicino ai Faraglioni, a Capri, una villa rossa a scalinata con una vela bianca sopra. Ci si arriva in gommone: ad abitarla gli eredi di Malaparte, “che si chiamano giustamente Suckert, com’era il vero cognome dell’autore de “La pelle” e “Kaputt”. Figlio di un tintore di stoffe sàssone trapiantato a Prato, Kurt Suckert prese poi quel nome d’arte, mentre ‘Il nero Suckert si usa ancora oggi nei tessuti’, dice Niccolò Rositani-Suckert, pronipote, tutore delle memorie di casa, e non solo”.

“La sua casa se la fece tutta da sé: ‘Casa come me’, la chiamò, autoritratto abitativo ed estetico, e risultato meglio di tante archistar dell’epoca o di oggi”. Dentro un museo del genio malapartiano, tra opere e cimeli.

Leggi l’intero racconto della casa Malaparte