“Che cosa è la musica? A cosa serve?”: a queste domande darà risposta la nuova stagione concertistica della Camerata Strumentale “Città di Prato” che, nella sua edizione 2015/2016, raggiunge la maggiore età. Diciotto anni di musica sinfonica al Politeama Pratese: “siamo l’orchestra di Prato, abbiamo una vocazione tessile, ci piace unire i fili e tessere reti, quest’anno ancora di più” commenta il direttore artistico Alberto Batisti. Nove concerti in stagione (più uno fuori) che abbracciano tante collaborazioni, vecchie e rinnovate: la scuola Verdi, il teatro Politeama, il Metastasio (che co-produrrà a maggio un’opera fatta interamente con 250 bambini), le scuole del territorio che la scorsa stagione hanno portato ad assistere i concerti oltre 10mila ragazzi.

Tanti gli ospiti della stagione: ruolo rilevante è stato dato anche al progetto della “Prato Sinfonietta” l’orchestra formata da ragazzi delle scuole, a cui sarà dedicato un concerto all’interno della stagione. E a fine maggio l’ultima sorpresa: “Le risposte alle nostre domande iniziali giungeranno nell’ultima settimana di maggio con uno spettacolo, un Mistero Sacro, cantato e suonato da bambini nella Chiesa Monumentale di San Domenico. È la meravigliosa partitura Noye’s Fludde di Britten (L’Arca di Noè), che fa salvare il mondo dai ragazzini.  La storia biblica del Diluvio vedrà la partecipazione della Prato Sinfonietta, di musicisti della Camerata, del Coro di Voci bianche della Scuola di Musica, ma soprattutto del grande coro degli animali salvati nell’Arca, affidato alle voci di centinaia di studenti delle scuole elementari pratesi. L’Arca che salva la vita, l’Arca che unisce tutte le specie viventi, l’Arca illuminata dall’arcobaleno della pace, è la risposta alla nostra domanda. La nostra ragione d’essere è che la musica dà un senso alla vita, è di tutti ed è per tutti”.

La campagna abbonamenti è aperta (sconti anche per under 25).

Ecco il programma.

Giovedì 29 ottobre
direttore Jonathan Webb

Ives: The Unanswered Question
Mozart: Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore per oboe, clarinetto, corno, fagotto e orchestra K. 297b
Brahms: Sinfonia n. 1 in do minore op. 68

In un paesaggio sonoro sospeso e rarefatto, una tromba lontana pone domande misteriose. È l’interrogativo senza risposta di Charles Ives (1908) che adottiamo a simbolo del percorso musicale di questa Stagione, ma per trovare infine insieme quella risposta. Il primo segnale arriva subito, nella Sinfonia concertante di Mozart che unisce le prime parti dei legni in un quartetto di solisti: musica da camera dentro una scrittura sinfonica.
La scorsa stagione si chiuse con un’emozionante Nona Sinfonia di Beethoven. Da quell’approdo ripartiamo, con il primo monumentale capolavoro di Brahms, che Hans von Bülow dopo la prima esecuzione proclamò «la Decima». Non è privo di significato che nell’ultimo movimento si sciolga in canto un chiaro omaggio al «tema della Gioia».

Giovedì 12 novembre
direttore Alessandro Cadario

Bach: Concerto brandeburghese n. 6 in si bemolle maggiore BWV 1051
Haydn: Sinfonia in la maggiore Hob. I:64 «Tempora Mutantur»
Stravinsky: Concerto in mi bemolle maggiore «Dumbarton Oaks»
Schubert: Sinfonia n. 5 in si bemolle maggiore D. 485

Con questo programma, affidato alle qualità e all’energia di un giovane direttore, Alessandro Cadario, prende avvio l’integrale dei Concerti Brandeburghesi di Bach. L’ultimo della serie, col suo colore brunito di viole, è messo a confronto con un capolavoro del Novecento, Dumbarton Oaks di Stravinskij, che proprio al modello dei Brandeburghesi si ispira. Ma il concerto contiene anche un altro confronto, quello fra Haydn, supremo modello classico, e il giovane Schubert, che si appropria dello stile tardo settecentesco per trasportarlo in una tenerezza e in un’intimità che svela la sua anima romantica.

Domenica 29 novembre
Orchestra Leonore
violoncello solista e concertatore Umberto Clerici

Sollima: Hell 1 da «Music for the Divine Comedy»
Vivaldi: Concerto per violoncello e orchestra in si minore R 424
Bosso: «Sea Prayer» per violoncello e archi
Piazzolla: Le Grand Tango
Skalkottas: Cinque danze greche per archi
Bartók: Danze rumene per orchestra d’archi

La Camerata ospita i colleghi dell’Orchestra Leonore, guidati dal violoncellista Umberto Clerici. Questa nuova Orchestra costruita da Daniele Giorgi ci offre un programma che dal Barocco di Vivaldi muove verso la contemporaneità, con pagine illustri di Bartók, Piazzolla e del greco Skalkottas, e con un avvincente omaggio a Dante di Giovanni Sollima, una delle più conosciute e amate figure della musica italiana contemporanea.

Giovedì 10 dicembre
direttore Jonathan Webb
Pietro De Maria pianoforte
Coro Voci bianche della Scuola di musica «G. Verdi»
Orchestra Prato Sinfonietta
Camerata strumentale «Città di Prato»

Britten: Three Songs
Corelli: Concerto grosso in sol minore op. VI n. 8 «fatto per la Notte di Natale»
Bach: Concerto brandeburghese n. 5 in re maggiore BWV 1050
Bach: Concerto in fa minore per pianoforte e orchestra d’archi BWV 1056
L. Mozart: Sinfonia dei giocattoli
Britten: Salmo 150 «Praise ye the Lord»

L’omaggio natalizio della Camerata alla città è un palcoscenico popolato di piccoli musicisti che si uniscono all’Orchestra. Le voci bianche della Scuola di Musica «G. Verdi» e gli strumentisti della Prato Sinfonietta, l’Orchestra di ragazzi delle Scuole Medie a indirizzo musicale, daranno vita con i professori della Camerata a un gioioso Salmo di Benjamin Britten, «Lodate il Signore» e alla celebre Kindersinfonie di Leopold Mozart. Ospite illustre della serata è un grande amico della Camerata e beniamino del pubblico pratese, Pietro De Maria, che con Jonathan Webb e le nostre prime parti darà vita al Quinto Concerto Brandeburghese e al Concerto in fa minore per pianoforte e archi di Bach. Sarà il Concerto «fatto per la Notte di Natale» di Arcangelo Corelli a introdurci nel clima di questo appuntamento particolarissimo e pieno di significato.

Giovedì 14 gennaio
direttore Filippo Maria Bressan
Ronald Brautigam pianoforte

Bach: Concerto brandenburghese n. 2 in fa maggiore BWV 1047
Mozart: Concerto in si bemolle maggiore K 595 per pianoforte e orchestra
Bach: Concerto brandeburghese n. 4 in sol maggiore BWV 1049
Haydn: Sinfonia in sol maggiore Hob. I:8 «Le Soir»

Torna con noi Filippo Maria Bressan, uno dei direttori di riferimento della nostra Orchestra. Al suo fianco un grande specialista della musica di Mozart, Ronald Brautigam, che sta portando a compimento un’integrale discografica dei Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart, acclamata dalla critica internazionale per l’autorevolezza dell’interpretazione. Bressan e Brautigam ci restituiranno la poetica intimità dell’ultimo Concerto per pianoforte, col suo toccante candore infantile venato di dolcissima malinconia. In questo primo appuntamento del 2016, la Camerata presenta ben due Concerti Brandeburghesi, il Secondo e il Quarto, proseguendo così l’entusiasmante percorso bachiano che ha inaugurato con Filippo Maria Bressan nelle precedenti Stagioni.
Completa il programma una deliziosa Sinfonia a programma del giovane Haydn, intitolata «Le Soir».

Giovedì 25 febbraio
direttore Jonathan Webb

Bach: Concerto brandeburghese n. 1 in fa maggiore BWV 1046
Stravinskij: Jeu de cartes
Čaikovskij: Sinfonia n. 2 in do minore op. 17 «Piccola Russia»

Ancora Bach, con il più opulento fra i Brandeburghesi, messo di nuovo a confronto con l’ironia neoclassica di Jeu de cartes, la partita a carte sinfonica di Igor Stravinskij. Jonathan Webb si misura quindi col compositore che forse più d’ogni altro ha influenzato l’arte di Stravinskij, offrendo al pubblico pratese la Seconda Sinfonia «Piccola Russia» di Čaikovskij, meravigliosa partitura intrisa di fascino melodico e ritmico slavo.

Giovedì 17 marzo
direttore Jonathan Webb
Iakov Zats viola
Elisaveta Martirosyan soprano
baritono da definire
Tetraktis percussioni

Haydn: Sinfonia in fa minore Hob. I:49 «La Passione»
Britten: Lachrymae op. 48
Šostakovič: Sinfonia n. 14 op. 135 per soprano, basso, orchestra d’archi e percussioni

Nell’approssimarsi della Settimana Santa, la Camerata con Jonathan Webb si immerge in un programma intensamente meditativo e coinvolgente, che si apre con una delle pagine più espressive di Haydn, la Sinfonia in fa minore «La Passione». Al centro troveremo uno dei capolavori strumentali di Benjamin Britten, le Riflessioni per viola e archi su Flow my tears di John Dowland, canzone fra le più celebri nella produzione musicale inglese dell’epoca elisabettiana. L’interprete di queste Lachrymae è il violista Iakov Zats, illustre solista che vanta collaborazioni con Claudio Abbado e Riccardo Muti, Carlo Maria Giulini e Georges Prêtre.
La seconda parte del concerto è consacrata alla mirabile Quattordicesima Sinfonia di Dimitri Šostakovič, impressionante e sconvolgente discesa negli abissi del duello fra vita e morte, intonata sui versi di Garcia Lorca, Apollinaire, Rilke e dedicata dall’autore all’amico Benjamin Britten.

Giovedì 21 aprile
direttore Christopher Franklin
Nicola Mazzanti e Alessandro Visintini ottavini

Bach: Concerto brandeburghese n. 3 in sol maggiore BWV 1048
Cavicchi: «As night progresses» per due mini e piccola orchestra
Galante: «Gli usignoli dell’Imperatore», piccolo concerto per due ottavini, percussioni e archi
Schubert: Sinfonia n. 3 in re maggiore D. 200

Il ritorno sul podio della Camerata di Christopher Franklin, dopo il grande successo della scorsa Stagione, è anche l’occasione per ascoltare il lavoro di un compositore pratese, Alessandro Cavicchi, dedicato a un altro pratese, il flautista Nicola Mazzanti, ottavino solista nell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Accostata a un altro lavoro di Carlo Galante, voce illustre della musica contemporanea italiana, la partitura di Cavicchi è destinata a un nuovo prototipo di ottavino, dotato di due suoni in più rispetto a quello tradizionale. Si chiama «mini» e vede in Nicola Mazzanti uno degli ideatori di questo strumento.
Accanto al solista pratese si esibisce nei due piccoli concerti in prima esecuzione assoluta l’ottavinista Alessandro Visintini, prima parte dell’Orchestra «Haydn» di Trento e Bolzano.
Con questo appuntamento si completa l’esecuzione dei Sei Concerti Brandeburghesi, dei quali figura in programma il Terzo, per soli archi.
Christopher Franklin e la Camerata daranno infine vita alla deliziosa, scintillante Terza Sinfonia di Franz Schubert, certamente la più «viennese» del suo mirabile catalogo sinfonico.

Giovedì 12 maggio
direttore Jonathan Webb
Chantal Santon Jeffrey soprano

Delius: On Hearing the First Cuckoo in Spring
Summer Night on the River
Britten: Quatre chansons françaises
Ravel: Ma mère l’Oye
Berlioz: Les nuits d’été

Natura, primavera, estate, infanzia, sogno: sono questi i temi che alimentano l’ultimo concerto, premessa della risposta alla domanda che ci eravamo posti in apertura di Stagione.
Lo stupore di notti estive, popolate di sogni (Le spectre de la rose), di viaggi verso l’isola che non c’è (L’île inconnue, sempre nel meraviglioso ciclo di liriche di Théophile Gauthier intonate da Berlioz), incornicia il cuore di questo programma, che ha nelle toccanti, miracolose canzoni di un Britten quindicenne e nelle fiabe di Perrault illustrate da Ravel il preludio simbolico alla costruzione dell’Arca musicale che, tra due settimane, accoglierà i pratesi di ogni generazione.
Accanto a Jonathan Webb, la voce protagonista di questo concerto finale è quella del giovane soprano Chantal Santon Jeffrey, interprete di eccezionale versatilità e sensibilità.