paisley

Paisley come Prato: oltre la crisi del tessile, verso un futuro promettente che parte dal rigenerare un passato di sfarzi e ricchezza. Ecco la ragione dei tre giorni che una delegazione della città scozzese ha trascorso girovagando per le istituzioni più all’avanguardia della città, accompagnati dall’assessore Simone Mangani: osservare, conoscere, imparare, ispirarsi e magari lavorare insieme.

Cresciuta all’ombra di una grande città – ossia Glasgow – proprio come Prato all’ombra di Firenze, Paisley vanta un periodo di grandi successi che l’ha portata ad affermarsi quale madre terra del disegno cachemire, un boom che ha reso la cittadina fra le più ricche d’Europa. Poi la crisi. Ancora una volta quindi, Paisley, come Prato. E ancora come Prato quella voglia di andare avanti, di non arrendersi. Da qui l’idea: un progetto di rigenerazione che faccia della tradizione il motore dell’innovazione. Per farlo diventare realtà è intervenuto il Dipartimento Ocse LEED (Local Economic and Employment Development) che ha individuato altre situazioni europee simili dalle quali attingere e con le quali lavorare per rinascere. Due le fasi: prima, ridefinire il suo sviluppo, individuando una nuova identità, poi candidarsi a capitale della cultura del Regno Unito nel 2021. Questo implica un intervento strutturale di rilievo che comprende una riqualificazione urbana sostanziale.

“In questi tre giorni abbiamo lavorato quanto più possibile insieme alla delegazione di Paisley per il coinvolgimento di Prato in questo progetto – ha affermato l’assessore alla Cultura Simone Mangani – Abbiamo infatti visitato Palazzo Pretorio, il Museo del Tessuto, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, la Biblioteca Lazzerini, la Camera di Commercio e l’area ex Balli, di cui fa parte anche il Teatro Fabbricone”.

Erano presenti anche Toscana Promozione e l’assessore regionale allo Sviluppo economico e al Turismo Stefano Ciuoffo. Hanno, inoltre, partecipato alla visita all’area ex-Balli l’assessore all’Urbanistica Valerio Barberis e l’assessore allo Sviluppo Economico Daniela Toccafondi del comune di Prato.

“All’interno di questo quadro Paisley ha iniziato la ricerca di partner consoni al loro sviluppo. La prima città con cui ha avviato questo rapporto è proprio Prato. Sono tanti gli elementi in comune che abbiamo trovato in questi tre giorni. – ha dichiarato Renato Quaglia, rappresentante Ocse noché ex direttore della Biennale di Venezia  – La mia impressione è stata di un sistema che ha una grande comunità di intenti. Il nostro è stato uno sguardo interessato al coinvolgimento delle realtà pratesi dentro il progetto di Paisley. Ringrazio il comune perché la collaborazione è stata degna della migliore tradizione toscana: abbiamo incontrato grandi personalità e competenze, un livello alto di saperi e una disponibilità non solo ad ascoltare ma, sopratutto, a costruire”.

Si è parlato infatti di un possibile progetto che coinvolga le quattro città europee del tessile: oltre a Prato e alla scozzese Paisley, anche Roubaix e Santo Tirso che si trovano rispettivamente in Francia e in Portogallo.

“In questi tre giorni a Prato abbiamo visto coi nostri occhi palazzi pubblici e musei fantastici ed è stata per noi una grande opportunità. Siamo rimasti colpiti dalla coesistenza di contemporaneità e storia in questa città. La ricca storia tessile è la base anche della nostra ambizione di rigenerazione. Al Museo del Tessuto abbiamo trovato tante idee per il nuovo museo che vogliamo realizzare a Paisley” – sono state, infine, le parole della delegazione scozzese.