Ancora state asciugando le lacrime per Inside Out che arriva sullo schermo il secondo Pixar del 2015, IL VIAGGIO DI ARLO. Ritirate fuori i fazzoletti. Il nuovo Pixar, è vero, non è un capolavoro ai livelli dell’altro, già a partire dal soggetto, più banale e bambinesco, ma è altresì divertente e commovente, pieno di invenzioni e comunque superiore ai film di animazione degli studios americani rivali.

THE VISIT è il miglior film di M. Night Shyamalan da un bel po’ di tempo a questa parte. Regista comunque capace, molto classico, sempre interessante anche negli ultimi flopponi (vedi The Lady in the Water o E Venne il Giorno), affossati da soggetti e sceneggiature deliranti scritte da lui medesimo, torna con un piccolo modesto film low budget con un’idea – questa volta – molto forte. Un film horror su dei cattivissimi vecchi di merda. O se vogliamo un moderno Hansel e Gretel in chiave mockumentary. Promosso.

Molto buono il nuovo film di Zanasi, LA FELICITA’ E’ UN SISTEMA COMPLESSO. Commedia esistenziale, con echi di Frank Capra – addirittura, sì -, che da Capra purtroppo non eredità la perfezione delle sceneggiatura, qui davvero bislacca, ma la sincerità nella rielaborazione in chiave filmica di un problema sociale sì. E regala a Mastandrea uno dei ruoli migliori degli ultimi anni.

Vanno riconosciuti dei meriti a Guadagnino. E’ riuscito quasi del tutto a smarcarsi dal pessimo inizio di carriera con l’incerto The Protagonists e il francamente brutto Melissa P. E’ regista sfrontato, coraggioso, pone l’immagine avanti al testo, ha una cifra molto personale. Il problema poi, ovviamente è accordarsi con quella cifra. Che è estremamente ridondante e davvero troppo estetizzante. Remake in chiave fighetto – hipster di quel filmone che è La Piscina di Deray A BIGGER SPLASH è oggetto affascinante e irrisolto, con un grande cast di divi in posa (su tutte la luminosa Dakota Johnson, una promessa). Certo non meritava le stroncature di Venezia – considerando la medietà dei film italiani in concorso e in generale prodotti in Italia – ma certo la distanza rispetto a certi film americani post-noir (vedi il sottovalutato The Informers), per non parlare del prototipo, pesa sul giudizio generale. Aspettando il remake fighetto hipster di Suspiria, che ci incuriosisce molto.

Delude IL SAPORE DEL SUCCESSO, nonostante Cooper cuoco, per cavalcare l’onda dei master chef internazionali e la deliziosa Sienna Miller, nonostante lo script di Steven Knight (Locke, La promessa dell’assassino). L’argomento è troppo paratelevisivo e il risultato è sciapo e privo di suspence. Solo per fanatici delle gare tra cuochi.