Ho degli amici artisti che sono giovani e sono artisti e vivono vicino a Firenze.
Sono belli e bravi, ma sono molto complicati.

Hanno esposto un loro lavoro a Prato, l’anno scorso, e io li ho accompagnati qualche volta a fare le riprese per questa loro opera. Da esporre. A Prato. L’opera era un video, una cosa concettuale sulla mappatura dei suoni che emette la città stessa. La città di Prato. Non concettuale, volevo dire: complicata.

Loro hanno esposto il loro video, e la sera dell’inaugurazione sono andato con la mia amica Silvia, ma siamo arrivati tardissimo, ci siamo persi in zona Inter-porto.

Non trovavamo il posto anche una volta arrivati in centro, l’università dei canadesi, abbiamo chiesto aiuto a una ragazza e lei ci ha accompagnato e se l’è pure vista con noi, l’opera dei miei amici. Non l’ha capita «Non ho capito», mi ha detto. E io le ho detto: «Come non hai capito? La mappatura… una cosa, le hai viste le formiche? Lo sai com’è l’arte contemporanea», ho detto alla ragazza sconosciuta.

Poi siamo andati via, e l’opera ha continuato a esporsi, in loop, per tutta la sera.