Non se ne conosce il costo, ma chiunque adesso può diventare socio del Centro per l’arte contemporanea Pecci. La campagna associativa, partita in sordina due settimane fa, è stata rilanciata nei giorni scorsi dalla fanpage del museo con l’obiettivo, dicono fonti interne, di raggiungere il prima possibile quota mille associati nel 2016. Per il momento i soci ordinari del museo Pecci sono 130, di cui 7 molto recenti.

“La tessera “Socio Pecci” è disponibile in diverse modalità e tariffe – si legge sul sito del museo –  dal socio young (fino a 29 anni) alle coppie, con una speciale attenzione alle famiglie e agli insegnanti. La qualifica di Socio consente di sostenere attivamente il rilancio e il futuro del Centro Pecci, e prevede una serie di vantaggi tra cui: newsletter ed eventi dedicati, accesso illimitato al museo, visita nei giorni di preview della mostra di riapertura, speciali sconti sulle attività didattiche e molto altro”.

Ma non è finita qui. Diventare socio del Pecci ha anche una valenza politica, oltre che pratica. “La sottoscrizione della tessera “Socio Pecci” – si legge ancora – rappresenta un gesto concreto di partecipazione al futuro della vita culturale di Prato e del Paese, un segno tangibile di sostegno e fiducia verso i valori di cambiamento, innovazione e creatività che il Centro rappresenta a livello nazionale e internazionale. Per coloro i quali vorranno incidere ancora più profondamente nella vita del Centro, sono inoltre previste speciali tessere oro, platino e corporate — sul modello dei donors anglosassoni — espressione di cultura partecipativa dei privati a supporto delle attività delle istituzioni pubbliche”.

 

Anche perché il nuovo Centro per l’arte contemporanea Pecci sembra destinato a diventare qualcosa di più e di diverso dal solito museo. Come dimostrato nell’ultimo anno, si legge infatti in fondo alla nota, “Il Centro Pecci si caratterizzerà sempre più come una fabbrica culturale a ciclo continuo caratterizzata da un approccio multidisciplinare e trasversale tra i diversi linguaggi espressivi: dalle arti visive al teatro, dalla moda al design, alla musica, senza dimenticare l’organizzazione di attività didattiche e corsi specialistici di qualità”.

Per chiunque voglia saperne di più: [email protected]