I negozi che potranno aprire nel triangolo dello spaccio, gli outlet e le altre novità contenute nella proposta per il nuovo regolamento per il commercio che nei prossimi tempi approderà in consiglio comunale.

In una nota, il Comune torna sui provvedimenti per il triangolo dello spaccio (che prevede il divieto d’apertura di nuovi minimarket) e nello specifico nell’area compresa “tra le vie Tintori, Canto alle Tre Gore, Santa Margherita, via Pier Cironi e via San Giorgio per la quale è previsto un articolato intervento di riqualificazione urbana anche ai fini della sicurezza e del decoro”.

Questo è l’elenco delle attività non alimentari che saranno consentite in futuro:

– erboristerie
– articoli sportivi ed abbigliamento sportivo
– librerie
– vendite di carta e produzione con la carta
– vendita di fiori
– esposizioni e produzioni artistiche
– oreficerie
– antichità
– vendita di arredi e complementi di arredo
– biancheria per la casa
– abbigliamento ed accessori
– show room
– vendita di produzioni manifatturiere di pregio del territorio.

Per il settore alimentare,  si legge ancora nella nota del Comune, è consentito esclusivamente l’insediamento di vendita di prodotti tipici locali la cui provenienza è riconducibile al territorio regionale, cioè prodotti toscani. Saranno comunque possibili deroghe da sottoporre al Consiglio comunale, sempre con il fine di dare vita a progetti di riqualificazione urbana.

Centri commerciali. Il nuovo regolamento, spiega il Comune, vuole tener conto dei “cambiamenti della città e punta a dare maggiore unità alle iniziative dell’offerta commerciale anche in centro storico, a cominciare dall’unificazione dei tre centri commerciali naturali (Borgo al Cornio, Crocevia, Santa Trinità) in uno unico delimitato dalle mura cittadine”. Nel resto della città invece,  “ogni paese o quartiere potrà far nascere un proprio centro commerciale naturale sul modello di quello già esistente a San Paolo”.

Outlet. Nel nuovo regolamento, dice il Comune, verrà anche introdotto la definizione di outlet. “Sono previste sul territorio pratese due diverse tipologie: come locali annessi alle imprese industriali dove vengono vendute esclusivamente produzioni proprie, oppure come esercizi dove i titolari del marchio o imprese commerciali possono vendere al dettaglio merci non alimentari prodotte almeno un anno prima della messa in vendita, purché si tratti di fine serie, eccedenze di magazzino o prototipi con lievi difetti di produzione”.

La proposta di regolamento sarà quindi sottoposta al consiglio comunale e quindi suscettibile di cambiamenti.