Se c’è una frase fin troppo usata per descrivere lo stato della città di Prato negli ultimi anni, quella è la crudele e perentoria “il tessile è morto”. Eppure la passione per il mondo dei tessuti non conosce flessioni o confini geografici e a Prato, nel 2016, può ancora rappresentare una scommessa per il futuro. Lo sanno bene Tessa e Arianna Moroder, che da Bolzano sono arrivate a Prato per aprire “Lottozero“, un laboratorio di ricerca tessile pensato per ospitare giovani designer europei e, tra le altre cose, prototipare i loro prodotti. In via Arno, nel cuore della Prato produttiva di un tempo.

lottozeroLa loro è una storia speciale perché affonda le radici nella gloriosa Prato di una volta per poi modellarsi intorno a competenze e visioni contemporanee. Ma non è un caso. “Abbiamo passato le estati della nostra infanzia a Vernio, dai parenti di nostra madre – raccontano – Sentivamo parlare spesso di questo grande capannone a Prato, però non lo avevamo mai visto”. Tessa e Arianna, rispettivamente consulente aziendale e designer tessile, 34 anni la prima, 30 la seconda, il grande magazzino (400 mq) di via Arno lo hanno visto per la prima volta tre anni fa, quando lo hanno ricevuto in eredità.

Arianna e Tessa Moroder
Arianna e Tessa Moroder

Una volta c’era un grossista alimentare, cioè nostro nonno. Uno spazio enorme fermato nel tempo: bellissimo” spiegano. L’idea di trasformarlo in “Lottozero” è venuta in modo naturale e accanto ai lavori di ristrutturazione sono partiti anche quelli di preparazione, compreso un tour per mettere in piedi un network di designer e laboratori di ricerca tessile in Italia e nel resto d’Europa. “Budapest, Vienna, Praga, Berlino: appena abbiamo cominciato a raccontare le qualità tessili di Prato l’interesse è stato enorme – raccontano – e ci siamo rese conto che ci sono tantissimi designer che non hanno un posto dove produrre e vendere i propri prodotti. Questo vogliamo fare con “Lottozero”: dare la possibilità ai creativi tessili di ogni parte del mondo di vedere concretizzati i propri progetti e di realizzarli con la qualità del distretto pratese. E’ un meccanismo semplice ed efficace – concludono – chi sarà nostro ospite (sopra il magazzino ci sono degli appartamenti dedicati ndr) e vedrà realizzati i propri prodotti, poi se ne tornerà via diventando automaticamente ambasciatore del tessile pratese”.

Sede Lottozero 1Ma “Lottozero” (che verrà inaugurato a maggio ndr) sarà ospitato in uno spazio talmente grande che le prospettive si moltiplicano. “Nella vecchia cella frigorifera abbiamo pensato di realizzare una grande camera oscura e vorremmo anche mettere in piedi una cucina industriale per organizzare dei corsi – ammettono Tessa e Arianna – poi ci sarà uno spazio espositivo dedicato ai progetti sviluppati in sede e una biblioteca dedicata all’arte e al design, per la quale accettiamo anche donazioni. La cosa più importante però saranno le macchine, tra le quali quella per la stampa serigrafica, la campionatura e un torchio – concludono – per questo abbiamo lanciato il crowdfunding e creato la nostra prima linea di prodotti che abbiamo chiamato “Verde di Prato” perché ispirato al marmo verde di Prato”.

Il crowdfunding è partito oggi (27 gennaio) su Kickstarter e terminerà il 17 marzo. L’obiettivo è quello di raggiungere i 10mila euro necessari per l’acquisto dei macchinari. Si può scegliere una partecipazione minima oppure contribuire acquistando i foulard e le borse. Per info e per partecipare al crowdfunding.

Aggiornamento 11 marzo 2016. Con sei giorni di anticipo, il progetto “Lottozero” ha raggiunto e superato i 10mila euro di finanziamento su Kickstarter.
lottozero-crowd

Verde di Prato 1